Se vuoi distruggere il nemico, usa l’inganno e fattelo amico!

di Antonio Pilato. Così caramente si batte l’avversario, come ci spiega e ci insegna il termine “sicari”, senza lotta e fatica fisica, la paura non trascurabile di soccombere, rischiare di mettere a repentaglio la propria incolumità esistenziale, politica, economica, socio-culturale e non ultimo il prestigio, anche se ormai è cosa di poco conto. Questo il termine e il significato che lo contiene, storicamente maturato e consolidato, sulla base delle molteplici esperienze vissute “Magistra vitae” e trasmesse oralmente e con opere scritte, a cominciare dagli autori della Grecia arcaica, per fare l’esempio omerico dell’inganno, operato dall’astuto Ulisse, per superare l’ostacolo delle robuste mura di Troia e massacrare i troiani cogliendoli nel sonno, agli autori della tragedia di Sofocle, Euripide, Tucidide, ai dittatori del passato, a quelli della storia odierna europea e dei paesi orientali, che crollano da una parte, sorgono, imprevedibilmente dall’altra per mano di cognati, cugini e compari, mariti, mogli, amanti e mercenari. Mi riferisco al telefono amico e al fatidico incontro fra i due protagonisti del PDL, (apparentemente diviso in F.I. e C.D) e il PD, ossia Renzi e Berlusconi, miracolosamente, volutamente resuscitato, dopo la clamorosa defenestrazione dal Senato. Resta da vedere quale sarà dei due la vittima e chi il vincitore di questo anacronistico incontro, come degli amanti traditori, nel segreto dell’alcova, anziché alla luce del sole,ufficiale, nella sede appropriata istituzionale, alla presenza, come Democrazia vuole, di altri parlamentari, che rappresentano tutti gli elettori, per decidere bene sulla loro sorte. Quali saranno poi le conseguenze della convergenza, sempre impossibile delle due rette parallele? Della destra e della sinistra storica, da cui deriva la concezione dualistica fra la teoria, la prassi, fra i padroni che possiedono la straordinaria ricchezza, gli strumenti di lavoro e gli operai dipendenti, mal pagati, ricattati e padroni solo della forza lavoro? Se poi questo fiorentino, di nome Renzi riuscirà a conciliare tesi e antitesi, conservandoli in un grado risolutivo più alto, (miracolo dei mortali, immaginare Hegel e Marx mangiare e godere insieme), sarà il risultato conseguito a favore solo di qualcuno, di entrambi o anche di tutti cittadini in quanto uguali davanti alla ragione umana e divina? Ma dall’incontro solo dei due protagonisti dei partiti più forti: PDL e PD, e dalle parole di Renzi nei confronti dei leader dei partiti minori, che lamentano di non essere stati consultati, e il timore di una legge elettorale che li vede sicuramente esclusi, “Arrangiatevi” (questa appunto la risposta del segretario PD), si apprende e comprende bene l’intenzionalità programmata e irriguardosa verso i più deboli. Ma l’esclusione, ci si domanda, in partenza di una minoranza si chiama Democrazia? Questo il fiorentino lo deve spiegare, in italiano e non in dialetto, a tutti gli italiani. Staremo a vedere.

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