Dantedì. Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri.

di Redazione. Si festeggia oggi, 25 marzo, il “Dantedì”, la giornata nazionale dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri (1265-1321). La  ricorrenza è stata istituita dal Consiglio dei ministri nel 2020.

La scelta  del giorno non è casuale: il 25 marzo, infatti, è la data che i dantisti riconoscono come l’inizio del viaggio nell’aldilà descritto  letterariamente nella “Divina Commedia”. Quest’anno il Dantedì ha una valenza simbolica ancora maggiore, perché cade in occasione del settimo centenario della morte del padre della lingua italiana, che in tutta Italia, per tutto il 2021, viene celebrato con centinaia di  eventi.    

«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!»

(Purgatorio, c. VI, vv. 76-78)

A 700 anni dalla morte del Divin poeta, questi suoi versi sono ancora drammaticamente attuali se rapportati alle continue crisi di governo, agli scandali, alle ruberie, alla forbice sempre più ampia tra ricchi e poveri, e all’attuale situazione politica ed economica.

“Ahi serva Italia”. Schiava ancor oggi di interessi di lobby e organizzazioni, preda indifesa per l’ignavia o, peggio, la complicità di chi dovrebbe difenderla.

“Di dolore ostello”. Luogo di dolore come non si soffriva da tanto. Dolore per i morti di Covid19 e dolore dei vivi che devono affrontare un presente difficile e un futuro con molta probabilità sempre più incerto.

“Nave sanza nocchiere in gran tempesta”. Nave senza una guida stabile nel mezzo della tempesta nella quale ormai siamo dentro da almeno un ventennio, immersi in quel tunnel senza fine di una crisi dalla quale nessuno fino ad oggi è mai riuscito a tirarci fuori per uscire a rimirar le stelle”!

“Non donna di provincie, ma bordello”. Non più patria, non più gente e popolo con i suoi usi e costumi, con le sue tradizioni, perché le identità e le diversità delle comunità locali vengono sempre più marginalizzate e vilipese in nome della globalizzazione e del profitto.

Tutto sembra ormai perduto, fuorchè l’onore! Sì, l’onore di un grande popolo, come quello italiano, che dovrebbe portarci a riscoprire le nostre radici culturali, politiche e religiose: l’orgoglio e la fierezza di essere italiani! Servirebbe la conversione degli uomini e della società. Servirebbe una classe politica e dirigente all’altezza della situazione. Servirebbero guide, capi e leader carismatici, persone oneste, competenti e capaci che abbiano un orizzonte ampio e una prospettiva chiara.

Ma, purtroppo, ancora non si vede la luce in fondo al tunnel e probabilmente siamo ancora destinati a restare, come scriveva Dante, “nave sanza nocchiere in gran tempesta”.

Ancora una volta, però, tornano alla mente i versi danteschi a rincuorarci. Infatti, sempre nel VI° canto del Purgatorio, poco più avanti, il Sommo poeta si domandava se tutto il disastro che vedeva nella sua epoca non fosse permesso come preparazione divina a un maggior bene futuro.

Allora oggi, come allora, non bisogna mollare. Non bisogna perdere la speranza che verranno tempi, uomini e leader migliori.

Ma nel frattempo non si può guardare il cielo aspettando che ne piova la manna. E’ necessario che la gente onesta e per bene – che poi è la maggioranza, seppure silenziosa, di questo paese – rompa il suo silenzio, emerga dall’anonimato e dia il proprio contributo affinché questi tempi migliori possano realizzarsi prima che sia troppo tardi!

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1 Response

  1. LoZio ha detto:

    La politica fa schifo?
    Il tuo dirigente fa cagare?
    …non ti curar di loro, ma guarda e passa!

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