Cosa succederà dopo il “Patto del Nazareno”?

Il “Patto del Nazzareno” ha sancito la sconfitta di Berlusconi e la vittoria di Renzi, oppure il contrario? Il summit tra i due leader della destra e della sinistra italiana ha resuscitato il Cavaliere, oppure ha tirato fuori dall’angolo del veterocomunismo il sindaco di Firenze? Chi è tra i due il “Cavallo di Troia” da introdurre nella cittadella dell’elettorato italiano – fortificata da una percentuale di astensionismo sempre più alta – per aggiudicarsi quel fatidico 35% di consensi alle prossime elezioni politiche?
Vittorio Sgarbi prova a rispondere agli interrogativi sul futuro della politica italiana dopo il “Patto del Nazareno” tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. E lo fa in un’intervista a ‘Dagospia‘.
Chi ha vinto e chi ha perso –  “Accettando l’incontro di sabato alla sede del Pd il Cavaliere ha perso. Renzi che lo accoglie al Nazareno come fosse il suo miglior amico lo fa uscire dall’angolo, sì. Ma per sconfiggerlo. Berlusconi vinceva perché tutti, da Martinazzoli a Segni a Fini, andavano a casa sua. Non a Palazzo Chigi o in Parlamento. Accorrevano a casa sua. Nessuno l’ha capito, ma è questa la vera rivoluzione. Berlusconi è stato trattato da Renzi come un perdente, anche se lo ha trattato con la magnanimità che dimostravano a volte Cesare o Alessandro”. Insomma, per Sagrbi, il Cav sarebbe andato giù al tappeto. 
Come andrà a finire –  “Berlusconi, per sua fortuna, è incandidabile. Perché se affrontasse Renzi nelle urne perderebbe sonoramente. Ma intanto Renzi non trionfa su Berlusconi a nome della sinistra che lo odia, ma per conto del centrodestra. Insomma, lui è un cavallo di Troia. Nessuno come lui sa prendere i voti della destra. Renzi è uno che si prende tutti i propri voti, ovvero il 35% circa, e ne aggiunge un altro 10% del centrodestra”.
Renzi è di destra o di sinistra –  “Il segnale su articolo 18 e riforma del lavoro mi sembra rivolto alla destra. In generale, però, quando si pensa all’attività di un governo bisogna ammettere che è eterodiretta dall’Europa per un buon 80%. A Renzi premier rimarrà un venti per cento libero per fare cose di destra e di sinistra. Ma non vedo molta sinistra in giro, non vedo idee socialiste”. 
Riforme o Elezioni – “Posso dire che Letta rappresenta le larghe intese calate dall’alto, dal Quirinale. Mentre Matteo rappresenta le larghe intese che partono dal basso, da milioni di voti. Napolitano per primo sa che questo governo poco democratico non può durare più di tanto e che quindi conviene non ostacolare il sindaco di Firenze. E Renzi sa benissimo che se non gli fanno fare subito le riforme è meglio andare al voto in tempi brevi”.

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