La nascita di Maria Teresa Carlotta.
di Salvatore Falzone. Maria Teresa Carlotta, primogenita di Luigi XVI e Maria Antonietta, meglio nota come Madame Royale e, successivamente, Duchessa d’Angoulême, nasceva il 19 dicembre 1778. La prima gravidanza di Maria Antonietta, avvenuta dopo sette anni, era stata preceduta da intrighi e pettegolezzi sulla mancanza di un discendente diretto dei sovrani.
Madame Campan riporta nelle sue memorie il parto con tutte le difficoltà: attesa, curiosità, preoccupazione, ansia e infine gioia. All’epoca, secondo l’etichetta, tutto doveva avvenire in forma pubblica affinché ci fossero dei testimoni sulla legittimità di un discendente regale.
Scriveva la prima dama di Maria Antonietta: «Madame, la figlia del Re, nacque prima di mezzogiorno del 19 dicembre. L’etichetta di lasciar entrare indistintamente tutti coloro che si presentavano al momento del parto, fu osservata con tale rigore, che nell’istante in cui l’ostetrico Vermond disse ad alta voce: “La regina sta partorendo”, la marea di curiosi che si precipitò nella camera fu tale e così tumultuosa, da mettere in pericolo la vita di Sua Maestà. Nella notte, il re aveva avuto la precauzione di fissare con corde gli immensi paraventi di arazzi intorno al letto della regina: senza l’accorgimento si sarebbero sicuramente rovesciati su di lei.
Nella camera non era più possibile muoversi per la folla tanto eterogenea, che ci si poteva credere in una piazza pubblica. Due savoiardi salirono su dei mobili per vedere più a loro agio la regina sistemata di fronte al camino, su un letto montato per l’occasione.
Il rumore, il sesso del neonato che la regina aveva avuto il tempo di conoscere dicono per un segno convenuto con la principessa Lamballe, o un errore dell’ostetrico, bloccarono all’istante la continuazione del parto. Il sangue andò alla testa, la bocca si distorse, l’ostetrico gridò: “Dell’aria, dell’acqua calda, ci vuole un salasso al piede!”. Le finestre erano bloccate; il re le aprì con una forza che solo la tenerezza per la regina poteva dargli, essendo molto alte e chiuse con strisce di carta per tutta la larghezza. Non arrivando sufficientemente in fretta la bacinella d’acqua calda, l’ostetrico disse al primo chirurgo di pungere a secco. Il sangue zampillò con forza e la regina aprì gli occhi. Si fece fatica a contenere la gioia che seguì così rapidamente i più vivi allarmi. Avevano trasportato attraverso la folla la principessa di Lamballe senza conoscenza. I valletti e gli uscieri prendevano per il bavero i curiosi indiscreti che non si affrettavano ad uscire per liberare la camera. Questa crudele etichetta fu abolita per sempre. I principi della famiglia, i principi di sangue, il cancelliere, i ministri sono più che sufficienti per attestare la legittimità di un principe ereditario. La regina ritornò dalle soglie della morte: non si era neppure sentita salassare e chiese, dopo essere stata ricollocata nel suo letto, perché avesse una gamba fasciata.».
Poco dopo la piccola principessa fu presentata alla regina. Madame Campan riportava il gesto e le parole di Maria Antonietta: «Se la strinse al cuore veramente materno: “Povera bambina, non sei ciò che tutti desideravano, ma non mi sei per questo meno cara. Un maschio sarebbe stato proprietà dello Stato. Tu sarai mia, avrai tutte le mie cure, condividerai tutte le mie gioie e allevierai le mie pene».
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