di Attilio Runello. Molte aree del pianeta sono caratterizzate da precipitazioni quasi assenti e di conseguenza dalla formazione di aree desertiche.
Oltre al grande deserto del Sahara quasi tutta la penisola arabica è deserto. La Cina ha il deserto dei Gobi. Nel sud America esistono aree desertiche.
Da diversi anni si portano avanti progetti per riuscire a coltivare nel deserto. Progetti molto più ambiziosi di quelli di piantare alberi.
Il paese che ha ottenuto i maggiori successi è l’Arabia Saudita. Il paese è impegnato in questo senso dagli anni Ottanta ed è riuscito a passare dai seicentomila ettari coltivabili ai tre milioni e mezzo. È stata sfruttata in particolare acqua trovata a ben ottocento metri di profondità con sistemi di coltivazione che hanno bisogno di poca acqua.
Il paese anche con l’acquisto di terreni all’estero ha raggiunto una relativa autonomia alimentare.
Vi si coltiva grano, ci sono uliveti, frutta e verdura
Il paese ha diciotto milioni di abitanti e nove milioni di immigrati quasi tutti provenienti da paesi mussulmani.
Si sono create fattorie anche negli Emirati – un imprenditore che ha studiato in Italia – in Israele, in Marocco e anche nel deserto libico – una start up italiana che regala la lattuga che produce ai campi profughi nelle vicinanze – quindi nel Sahara.
Nelle montagne del Sahara inoltre è stata scoperta una tradizione locale che usa periodicamente delle terre per la coltivazione usando l’acqua che si accumula in occasionali acquazzoni. E quando l’acqua finisce vengono abbandonati.
Anche in Cina ci sono esperimenti in tal senso
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