Italia 2023: l’elogio del brutto.

di Yvan Rettore. Mai come in quest’epoca, il brutto si è imposto così tanto in tutti i settori della nostra società.

Partiamo dallo spettacolo e più precisamente dal cinema.

Circolano un’infinità di film insulsi, con trame prevedibili, scarsa originalità nell’uso sia della telecamera che della scenografia.

Per non parlare poi degli attori dalla recitazione spesso approssimativa e troppo spesso inespressivi, ridotti quasi sempre in primi piani che ne esaltano la mediocrità.

Le fiction poi sono anche peggio e di fatto incarnano pellicole che costituiscono davvero un insulto alla settima arte.

A livello musicale, le cose non vanno meglio: cantanti che urlano, voci dalle tonalità limitate, assenza di originalità a livello di strumentazione.

Dominano le cacofonie, i suoni pesanti e assordanti, i testi privi di vero contenuto e che alla fine risultano ripetitivi.

Il teatro, ridotto all’osso a livello di produzione, rimane dinamico e propositivo unicamente grazie a compagnie di teatranti volontari.

L’opera rimane una cosa come sempre elitaria, limitata ad una casta di privilegiati e comunque molto lontana dai fasti del passato.

A livello letterario, ad affermarsi sono sempre di più scrittori davvero mediocri, che al di là degli strafalcioni linguistici a loro consoni, non sanno colpire il cuore dei lettori né tantomeno dare elementi positivi di crescita culturale complessiva, appiattiti come sono nelle logiche della società del consumo.

I pittori invece, quelli bravi, sono destinati a restare sempre nell’ombra, perché dipingere oggi più che mai non rende; quindi, in chiave strettamente di mercato risulta un’attività inutile.

Intellettuali?

Ormai non ce ne sono più e quelli che si atteggiano ad esserlo, sono soltanto copie volgari ed approssimative dei grandi intellettuali che abbiamo avuto anche in un recente passato.

Giornalisti?

Dominano scribacchini da quattro soldi che si vendono al miglior offerente e che tirano a campare col potente di turno.

Pochi e in via di estinzione quelli che lo fanno davvero con un’etica professionale autentica.

Mondo accademico: pieno di “baroni dinosaurici” che sono superati in tutto e per tutto e che preferiscono mantenere lo status quo anziché avanzare proposte e attuare provvedimenti che potrebbero rinnovare profondamente tutto il mondo universitario e della ricerca in Italia.

E concludo con l’edilizia.

L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per le sue opere architettoniche uniche e straordinarie, ma quando vedo gli edifici che sono stati costruiti dal dopoguerra in poi, mi rendo conto che quella fase di splendore è definitivamente tramontata.

Basta fare un giro per le nostre città e vediamo dei quartieri “pollai”, delle vere e proprie “gabbie” abitative, prive di vita e di armonia.

Elogio del brutto ad oltranza, perché nel mondo del capitale, ciò che è fondamentale è ciò che rende, non ciò che è bello e che è capace di essere un elogio alla vita e all’amore.

Fonte: https://yvanrettore.blogspot.com

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