Il Circo Barnum.

di Clemente Luciano. Questa guerra della Russia all’Ucraina e all’Occidente è un fatto storico che determinerà modifiche storiche, politiche ed economiche epocali, la cui tragicità sarà davvero percepita solo tra qualche tempo. Ma intanto in Italia continua il solito, mediocre teatrino dell’inquinamento informativo e del dirottamento del dibattito pubblico verso la solita narrazione cospiratoria, con il dibattito sulla guerra in Ucraina che ha sostituito quello sul Covid.

Così le piattaforme mediatiche e digitali, che per 2 anni hanno presentato la pandemia come un esperimento politico pianificato e i vaccini come strumento di biopolizia, oggi riscrivono, nel migliore stile putiniano, la vulgata sull’ “Operazione speciale” in Ucraina. Quasi a ricopiare la favola di Fedro: “Il lupo e l’agnello”, dando ovviamente ragione al lupus superior (la Russia) per gli oltraggi subiti dall’agnus inferior (l’Ucraina).

Ma a far male al principio e al mestiere della libera stampa non sono solo i piazzisti delle verità alternative tipo i Borgonovo o i Belpietro,gli Orsini o i Freccero,o gli inviati della Rai a Mosca che sembrano essere piuttosto capi ufficio stampa di Putin(vedi Mark Innaro). C’é una disinformazione paurosa in quel gran Circo Barnum di trasmissioni tv, ridotte a palcoscenico di personaggi onnipresenti ma improponibili nella lotta nel fango di clown,nani e ballerine.

Ognuno di loro con i propri protagonismi,narcisismi e padreternismi.Tutti con i loro “dubbi legittimi”,tutti pronti a chiedersi: “quello che c’è dietro” e “cosa non ci dicono”,a cominciare dal direttore dell’ “Avvenire”,Tarquini e giù,giù(molto giù)alla filosofa Di Cesare,Sgarbi,Giordano,e Capuozzo.

Così di questa guerra se ne parla su giornali e tv come si è parlato per due anni di Covid,tra negazionismi e scandalismi, cospirazioni e dittature etico-sanitarie.Insomma si parla di una rappresentazione propagandistica e contro-propagandistica della guerra,che non ha praticamente relazioni con la sua realtà,con quello che i cittadini hanno veramente da conoscere della Russia di Putin dopo che per 20 anni dall’occupazione della Crimea,gran parte della politica italiana ha passato il tempo a negare o a relativizzare la sfida putiniana e a mantenere rapporti e connubi interessati con il despota russo.Di questo l’informazione e l’intellettualità italiana,quella così tanto rispettabile,così tanto scientifica e studiata continua a discutere:della benzina sul fuoco americana e delle armi all’Ucraina e dell’espansionismo della Nato e bla,bla,bla e domani si ricomincia.

Tutti questi sproloqui e dilavamenti parolai erosivi della verità sono solo un espediente per non guardare il fondo dell’abisso con gli orrori di Bucha e delle tante altre Bucha ancora sconosciute.Tutti questi distinguo evitano di porsi le domande fondamentali sulla responsabilità politica del dramma ucraino;del rapporto tra la violenza e l’obbedienza,tra libertà e potere dittatoriale.Senza il coraggio di guardare il senso vero della tragedia,non si può poi avere la pretesa di raccontare quello che veramente sta accadendo in Ucraina.E neanche di quello che sta accadendo in Italia sul piano economico e sociale e nelle aree più povere del mondo dove la mancanza del grano ucraino sta portando ad una spaventosa crisi alimentare ed umanitaria.

Se questa é il modello informativo oggi in Italia,non ci si può stupire se gli italiani siano inclini a pensare che per propiziare la pace sia meglio disarmare questi ucraini che,uffà,ma perchè sono così cocciuti a difendersi e non decidono finalmente di arrendersi?

Se,come vorrebbero Vittorio Feltri o Silvio Berlusconi,vecchio amico di Vladimir,si arrendessero e accettassero le,chiamiamole così, “proposte” di Putin,tutto finirebbe e tutti vivremmo felici e contenti.

In realtà la cattiva coscienza giornalistica e di conseguenza la falsa e controfattuale informazione di media e talk televisivi é lo specchio della cattiva coscienza politica,dei meschini calcoli elettoralistici di chi smercia e conforta l’illusione che le cose per noi si possano aggiustare stando a guardare e chiamandosi fuori dal conflitto,e che si possano tirar fuori i vecchi slogan pacifisti autoproclamando la pace nazionale di una guerra internazionale i cui effetti riguardano tutti,ma proprio tutti,negazionisti e menefreghisti compresi.

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