Caro Energia, appello dei partiti a Draghi: ‘Agire subito sulle bollette’, ma come!?
Quando si è deciso di applicare le sanzioni alla Russia, in difesa dell’Ucraina, lo si è fatto senza prendere le giuste contromisure e senza pararsi le spalle rispetto a quelle che sarebbero state le naturali ritorsioni di Putin contro l’Europa: chiudere i rubinetti del gas!
Oggi, pertanto, ci troviamo al collasso con i costi insostenibili di gas e luce, per imprese e famglie. Gazprom chiude i rubinetti del gas russo. I prezzi volano, famiglie e imprese si schiantano. “Intervenire subito” è l’appello di tutti i partiti al governo ancora in carica.
E fin qui tutti d’accordo. Ma come intervenire?
Infatti se il pressing sul ‘dimissionario’ Mario Draghi, per muoversi al più presto contro il caro-energia, unisce tutti gli schieramenti, a dividere i partiti sono non solo le ricette da mettere in campo, ma anche le modalità per trovare le risorse.
A chi invoca un maxi-scostamento di bilancio come ai tempi della crisi Covid, Matteo Salvini in testa, Giorgia Meloni, in linea con Palazzo Chigi, oppone un fermo no: “Agire in fretta va bene, perché le bollette sono una priorità assoluta, ma nuovo debito è l’ultima ratio – è l’altolà della leader di Fdi – , perché l’Italia è già indebitata fuori controllo. E visto che questi debiti li pagheranno i nostri figli penso che dobbiamo farci attenzione. Ma quella delle bollette è una priorità assoluta”.
I dem, invece, auspicano un intervento sia italiano che europeo per bloccare le bollette e fermare la speculazione in corso sull’energia prodotta da rinnovabili e si dichiarano pronti a sostenere l’intervento del governo, ma attaccano “le aziende che stanno rifiutando di versare la tassa sugli extraprofitti perché mettono a rischio la tenuta economica e sociale del Paese. Il governo deve intervenire al più presto con tutti gli strumenti a disposizione per recuperare quanto dovuto dalle aziende”.
Ma nonostante la gravità dell’emergenza energetica, non più procrastinabile, perchè ogni giorno perso sono milioni di euro bruciati, l’Europa se la prende comoda e decide di fissare al 9 settembre il Consiglio dei ministri dell’Energia. Una data distante anni luce dai problemi di famiglie e aziende che invece richiderrebbero interventi immediati!
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