Renzi rottama il pubblico impiego con 5 euro di aumento agli Statali!

Dopo la firma del contratto nazionale quadro che ha ridotto i comparti del pubblico impiego a quattro, Cgil-Cisl e Uil avevano esultato: “Adesso il governo non ha più scuse per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti”. Ma il governo non solo non ha più le scuse, ma neppure i soldi! Infatti, restano confermate da parte di Palazzo Chigi le somme già stanziate nel Def per il rinnovo dei contratti (CINQUE EURO & SENZA ARRETRATI). Insomma, non ci saranno somme aggiuntive. Addirittura le risorse ipotizzate anche per il successivo triennio economico (2019-2021) sono pari sempre a 300 milioni di euro, il che significa sempre e solo CINQUE EURO fino al 2021. Lo Stato non investe più neppure un centesimo nella professionalità dei suoi dipendenti, con le dovute eccezioni dei soliti privilegiati di Camera, Senato, Presidenza della Repubblica e del Consiglio, Csm e via discorrendo!
Non subiscono nessun taglio gli acquisti, un eufemismo dietro al quale si nascondono sprechi tanto inutili quanto scandalosi, per beni e servizi, che, invece, dovrebbero essere uno dei principali campi di azione della spending review, che, in questi ultimi cinque anni, sono rimasti sostanzialmente costanti, facendo registrare una riduzione di appena lo 0,5%. Per contro si taglia sulle risorse umane, su coloro che dovrebbero assicurare l’efficienza del servizio pubblico reso al cittadini: il blocco dei contratti, il congelamento (per la parte economica) delle progressioni di carriera, la riduzione dei fondi per la contrattazione integrativa, le fortissime limitazioni alla sostituzione del personale andato in pensione (turn over) e in generale delle assunzioni. Tra 2009 e 2015 il numero assoluto di dipendenti si è ridotto di 110 mila unità. Dal 2010 ad oggi sono stati spesi 11miliardi di euro in meno per gli stipendi degli Statali. Il “premier senza voto” predica bene e razzola male: taglia gli stipendi dei lavoratori senza intervenire su sprechi, ruberie e corruttele varie. Non è così che il Paese cambia verso: non si fanno le nozze con i fichi secchi! A fronte di un servizio sotto-pagato non si può poi pretendere l’efficacia e l’efficienza del medesimo. A dipendenti pubblici demotivati e sotto-pagati non si possono poi chiedere i miracoli! Tutto lascia presagire ad una lenta “rottamazione” del servizio pubblico da ridurre in macerie per poi essere svenduto ai privati che ci faranno sù  le loro fortune e le nostre sventure, rivendendoci a peso d’oro un servizio sicuramente meno performante ma più oneroso di quello reso oggi, nonostante tutto, dal pubblico impiego, come alcune realtà pubbliche già da tempo esternalizzate dimostrano!

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IL COMMENTO. di Pippo Rosi. Se solo applicassero “il principio di Robin Hod”: togliere ai RICCHI (agli stipendi d’oro dei dipendenti di Camera, Senato, Quirinale, ecc, ecc) per dare ai POVERI (agli stipendi da fame di tutto il resto del pubblico impiego), adesso non staremo qui a parlare delle… “briciole”!

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