Draghi osannato al Meeting di CL. Ma di quali successi si beano Draghi e i suoi sostenitori?

di Gerardo Lisco. La foto che ritrae i leader dei vari cartelli elettorali seduti attorno allo stesso tavolo e la loro adesione acritica al discorso di Draghi con l’ovazione finale da parte del pubblico danno la misura di ciò che gli italiani si dovranno aspettare  da qui ai prossimi anni.

Questa adesione sta a significare una sola cosa: le dichiarazioni fatte in campagna elettorale non corrisponderanno affatto con ciò che “L’Agenda Draghi” ha già di fatto imposto.

Il prossimo governo sarà vincolato da quanto ha fatto Draghi con il suo governo, e questo anche se non sarà di nuovo lui il Presidente del Consiglio; per capirlo è sufficiente soffermarsi a riflettere su alcuni passi del discorso che ha tenuto al Meeting di C.L.

I media di regime si esaltano sottolineando che non si tratta di una vera e propria “Agenda”, non per altro lo ha dichiarato direttamente lo stesso Draghi per cui guai a smentirlo!, ma di un “metodo”.

In cosa consiste il “metodo”? In decisioni del Presidente del Consiglio sostanzialmente non  negoziabili: prendere o lasciare.  Le decisioni non sono politiche, quindi rivenienti dalle indicazioni  che in Democrazia danno gli elettori a chi deve governarli ma dall’applicazione di soluzioni, per così dire, “tecniche” che, proprio perché tecniche,  non possono che essere applicate da qualsiasi governo. Questo è il senso del passaggio in cui Draghi  ha detto “L’Italia ce la farà qualunque sia il colore del prossimo governo, l’economia ha basi solide . Ma dobbiamo restare ancorati all’UE e al Patto Atlantico”.  E’ chiaro che perché ciò sia possibile servono riforme istituzionali che rafforzino l’Esecutivo o, in alternativa, che ufficializzino il Semipresidenzialismo.

Su questo punto giorni fa si è espresso il giurista Sabino Cassese, il quale ha dichiarato che la nuova legislatura sarà costituente: si faranno le riforme costituzionali necessarie da sempre perché la seconda parte della Costituzione è troppo debole. Cassese fa affidamento sulla Meloni la quale, secondo lui, darà sicuramente un grande contributo. Il povero Berlusconi, giorni fa, si era sbilanciato a favore della Repubblica presidenziale candidandosi alla Presidenza della Repubblica e Salvini lo aveva appoggiato invitando Mattarella a sloggiare. Spiacente per entrambi, considerando il contesto attuale,  se l’Italia dovrà passare da un sistema politico parlamentare ad un sistema semipresidenziale, il presidente della repubblica che sostituirà Mattarella  non potrà che essere Draghi.

Nel suo discorso si è soffermato sulla incertezza dell’economia elencando le criticità prima tra tutti l’aumento del tasso di inflazione partito dal costo dell’energia che si è riverberato sui beni alimentari finendo con il gravare sul bilancio delle famiglie. E’ cosa nota che l’aumento dei costi dell’energia dipende dal conflitto ucraino-russo.

Se, invece di alimentare il conflitto bellico, i governi Ue, a partire da quello italiano, si fossero preoccupati di perseguire  la pace o almeno di evitare le terribili conseguenze dei combattimenti, avrebbero potuto trovare, ancora prima dell’inizio del conflitto, una soluzione di tipo negoziale.

Se questa ipotesi non è stata nemmeno lontanamente presa in considerazione le ragioni sono più di una, la prima in assoluto è la sudditanza dell’UE agli interessi degli USA. L’aumento del gas ad oltre 300 euro a megawattora certifica uno dei tanti fallimenti della politica condotta dal Draghi in qualità di Presidente del Consiglio.

Le alte cause dell’ incertezza economica sono dovute, sempre a parere di Draghi, al rallentamento della crescita economica e alle condizioni di accesso al credito: come se le condizioni in precedenza fossero state migliori. Da banchiere dimentica che per accedere al credito bisogna ricorrere alle banche le quali a loro volta ricevono miliardi dall’UE addirittura a tasso negativo a differenza di imprese e famiglie che per ottenere il credito devono fornire garanzie su garanzie.

Il denaro, dunque,  va a chi già lo ha e non lo usa, necessariamente, per investimenti produttivi ma sempre più spesso per azioni speculative.

Per quanto riguarda il COVID e quindi le misure adottate nel combattere la pandemia, Draghi ha omesso nel suo discorso di dire come stanno effettivamente le cose. Quando diciotto mesi fa  a seguito di un vero e proprio golpe commissionato dal sistema economico, finanziario e mediatico contro il Governo Conte 2,  i presupposti per uscire dalla crisi pandemica erano stati già tutti creati dal Governo Conte il quale si è caricato l’onere di adottare misure restrittive capaci di limitare gli effetti della pandemia e di negoziare a livello UE le risorse finanziarie necessarie, ossia il NEX Generation Eu, il PNRR che oggi vanta di essere la fonte più importante di finanziamento utile per la crescita del PIL e il ritorno ai livelli pre covid.

Sull’utilizzo dei fondi del PNRR mi limito solo ad evidenziare come essi dovessero essere  utilizzati in primo luogo nel Mezzogiorno, cosa questa ampiamente disattesa.  

Dice Draghi a proposito del Covid “gli Italiani hanno scritto una storia che sembrava già decisa. Abbiamo dimostrato che l’Italia è un grande Paese”,  dimentica volutamente che Presidente del Consiglio era Giuseppe Conte non lui. Il massimo del delirio di onnipotenza lo ha raggiunto nei paragrafi del suo discorso dedicato a Tasse e Riforme e Azione di Governo: “L’evasione fiscale non deve essere né tollerata né incoraggiata”.

Infatti ha abrogato il precedente provvedimento del Governo Conte 2 che, incentivando i cittadini a pagare con moneta elettronica, creava le condizioni per ridurre l’evasione e l’elusione fiscale.

Nel suo discorsi Draghi si è esaltato circa la crescita dei livelli occupazionali, peccato che è cresciuta la percentuale dei lavoratori precari.Secondo l’Eurostat, i lavoratori a rischio povertà tra i 18 e i 64 anni sono oggi, con il governo dei competenti,  l’11,7% mentre erano il 10,8% nel 2020, quando al governo c’era un incompetente.

Allora di quali successi si beano Draghi e i media che lo sostengono? Non ci vuole molto per capirlo. Draghi rappresenta le oligarchie nazionali e sovranazionali. Siamo in una fase di profonda trasformazione strutturale, questi cambiamenti comportano costi e benefici da redistribuire o semplicemente da dirottare a favore dei soliti oligarchi. Se questo è il fine,avrà poca importanza se a vincere dovesse essere, stando ai sondaggi, il centrodestra con la Meloni Presidente del Consiglio, importante è che le politiche economiche continuino ad essere le stesse del Governo Draghi.

I media di regime, quelli più spudorati, si spingono fino al punto da sostenere la necessità che anche dopo le elezioni del 25 settembre si continui con un governo di unità nazionale.

In sostanza non sono sufficienti un Draghi Presidente della Repubblica e un Presidente del Consiglio espressione della destra autoritaria, anche l’opposizione deve essere, in nome appunto dell’unità nazionale, parte integrante del sistema.  Se non fosse chiaro siamo in presenza dell’ennesima sospensione della Democrazia in Italia come è successo nel triennio 2012 – 14 con la differenza che questa volta potrebbe essere ancora più lunga.

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1 Response

  1. marco t. ha detto:

    Penso che il governo dei migliori sia caduto soprattutto perché Draghi voleva scappare da quando tentò di fuggire al Quirinale a gennaio. Draghi ha tentato la fuga al Quirinale a gennaio, gli è andata male ed è rimasto lì. Sperava di andarsene a febbraio, e gli è scoppiata la guerra in mano. Quindi ha trovato il modo di andarsene a luglio quando, come tutti ricordiamo (anche se nessuno lo aveva notato al momento) chiese la fiducia mentre insultava i partiti che avrebbero dovuto dargliela. Stava dicendo loro, implicitamente, non datemela!

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