Statali ancora senza contratto: persi 6mila euro in 5 anni!

Cambiano i governi, cambiano i ministri, ma la storia si ripete: sempre addosso agli statali! Prima Brunetta, poi il governo tecnico dei professori, adesso quello delle larghe intese, fatto sta che tutte le colpe del malfunzionamento della macchina statale, degli sprechi, insomma il grosso del “debito pubblico” italiano sarebbe imputabile ai dipendenti dello Stato binomio inscindibile di “spesa pubblica” e di “scarsa efficienza”! 

Hanno fatto passare il messaggio che il salasso dell’Imu servisse a pagare gli stipendi degli Statali e a breve sarà emanato l’ennesimo provvedimento di proroga del blocco dei contratti di lavoro e degli incrementi retributivi del pubblico impiego a tutto il 2014 con possibilità di prolungare il fermo fino al triennio 2015-2017. Il che tradotto in soldoni significa l’equivalente di “seimila euro” persi in cinque anni, ovvero quegli anni che vanno dal 2010 al 2014, esattamente il periodo relativo allo stop della contrattazione! Insomma, nel giro di cinque anni i travet dello Stato dovranno rassegnarsi a vedersi ridurre le proprie buste paga di circa “240 euro” al mese! I Governi cambiano, le alleanze politiche mutano, ma sembra che a nessuno interessi la sorte di cittadini e famiglie con 1.200 euro al mese che hanno già perso negli ultimi anni, tra inflazione e blocco contratti, circa il 20% della loro retribuzione. Il che vuol dire, per un impiegato, vedersi ulteriormente diminuire il proprio potere di acquisto di ulteriori dieci punti percentuale! Insomma, sempre addosso agli Statali! 

E loro, i pubblici dipendenti – che contro tutto e tutti, malgrado le mille difficoltà strutturali e funzionali, cercano di portare avanti dignitosamente e nel migliore dei modi gli incarichi istituzionali cui sono stati assegnati – sono ormai stufi di pagare per tutti, di essere chiamati “fannulloni”, di fare da capro espiatorio di colpe che non sono loro e di pagare in prima persona per sprechi e ruberie altrui.

Cambiano i governi, cambiano i ministri, ma la storia è sempre la stessa: se la prendono sempre con il pubblico impiego! 

Siamo stufi di essere considerati la palla al piede del Paese!”. Gridano da più parti i travet dello Stato. Il costo del lavoro nella Pubblica Amministrazione rappresenta soltanto il 25% della spesa complessiva dello Stato italiano! Perchè nessuno si domanda dove va a finire il restante 75%? Nel decennio 2000-2010 la spesa nella Pubblica Amministrazione – nonostante la ‘cura Brunetta’ – è cresciuta del 52% e quella di comuni, province e regioni è triplicata! Sono raddoppiate le auto blu e i voli blu, triplicate le consulenze, i viaggi, le missioni, gli acquisti, le commesse esterne. Nel frattempo parlamentari e magistrati si sono aumentati gli stipendi! 

A fronte di tutto ciò, la busta paga dei ‘colletti bianchi’ – che almeno negli anni addietro aveva seguito seppure a stento l’inflazione programmata con rinnovi contrattuali prossimi alla ‘questua’ – è stata “congelata” sine die!!! Ma perché a pagare devono essere sempre le ultime ruote di un carrozzone che sciupa denari pubblici a destra e manca? 

E’ troppo comodo gettare la croce sui dipendenti pubblici. Ma è forse colpa di un lavoratore dello Stato a 1.200 euro al mese se c’è un dirigente ogni due o tre impiegati che percepisce uno stipendio quattro volte superiore? E’ forse colpa degli impiegati dello Stato se ad ogni cambio di ministro, di presidente di regione o di sindaco, il politico di turno si porta dietro il suo ‘codazzo’ strapagato? E’ colpa di un semplice impiegato se nella Pubblica Amministrazione ogni tipo di lavoro, ogni tipo di commissione ed ogni sorta di consulenza costa tre, quattro, dieci volte il prezzo di mercato? E’ colpa di un impiegato se nell’arco di un anno vengono ristrutturati i ‘cessi’ tre-quattro volte nello stesso luogo di lavoro? E’ colpa del singolo impiegato se il lavoro gli viene tolto per darlo a cifre da capogiro alle ditte esterne che hanno “aiutato” il politico a vincere le elezioni? Certo che no! 

Ma il governo, qualsiasi governo – dopo aver denigrato i propri dipendenti chiamandoli o lasciandoli chiamare “fannulloni”, dopo avergli “alleggerito la busta paga con l’Euro” che ha di fatto dimezzato gli stipendi e triplicato il costo della vita – non è mai intervenuto su sprechi, ruberie e piante organiche gonfiate per garantire posizioni dirigenziali altrimenti inconcepibili. E non è mai intervenuto non solo sulle maxi retribuzioni dei dirigenti, ma neppure sugli emolumenti di quegli stessi travet che godono dei privilegi della “casta” quando sono impiegati in “posti che contano” come Camera, Senato, Quirinale, Csm, ecc, ecc, 

La sola cosa che hanno saputo fare sino ad oggi è stata quella di “congelare” stipendi da fame, allungare a “tempi cimiteriali” l’età pensionabile, concedere la buonuscita ridotta e a rate come se non fosse un diritto maturato da anni di contribuzione, ma una sorta di benevola concessione! Intanto “la casta” e quant’altri fanno parte dell’allegro “Sistema-Italia” percepiscono stipendi faraonici e liquidazioni inaudite! Tanto poi il conto – di una crisi di cui non ha certamente colpe – lo paga sempre lo statale a 1.200 euro al mese!

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