Meloni – Schlein di tutto parlano tranne che di aumento dei salari, pensioni e salute degli italiani.

Duello tra donne, tra leader, duello destra – sinistra, duello Meloni – Schlein in vista delle prossime elezioni europee.

Il ring è quello di Porta a Porta.

Elly Schlein e Matteo Salvini stretti fra europee e regionali: è questione  di sopravvivenza - Il DifformeSchlein attacca la Meloni su Matteo Salvini. Il loro rapporto “non è affatto pessimo”, ed è “nata un’amicizia” lontano dal lavoro, complici anche le partite a burraco con la sua fidanzata, Francesca Verdini. Ma la giocata con cui il vicepremier ha messo sul tavolo il suo piano salva-casa ha in qualche modo colto di sorpresa la presidente del Consiglio, che preferisce lasciare sospeso il giudizio perché “questa norma non la conosco”. Una osservazione accompagnata poi, in chiave elezioni europee: “Se ognuno alza la sua bandierina ci ritroveremo di nuovo la sinistra”.

La premier cita il “comunicato del ministero dei Trasporti che parla di sanare piccole difformità interne, cioè se hai alzato un tramezzo per fare due stanze dove ce ne era una. Se è questo parliamone, è ragionevole, ma non posso commentare una norma che non ho letto”. Parole che non sono esattamente come un endorsement, da parte di una persona che – quando parla delle sfide a carte – si definisce “molto competitiva nelle cose, che si arrabbia molto quando perde o quando gioca con qualcuno che gioca male”. E non è forse un caso che nessun esponente del suo partito abbia commentato questa iniziativa del leader leghista.

Non è escluso che possa diventare un nuovo fronte di frizioni, dopo quello sui rapporti con la Russia, appena archiviato con il “chiarimento” di Salvini alla vigilia della mozione di sfiducia contro di lui respinta dalla Camera. Stesso epilogo per la mozione contro Daniela Santanchè, ma in quasi un’ora di intervista nella trasmissione di Rai 1 il tema non viene toccato.

Meloni irritata sulle riforme: “Io per l'elezione diretta al Colle” - La  StampaLa Meloni parla a lungo del premierato, difendendo la sua riforma dagli attacchi delle opposizioni: “Loro vogliono un sistema in cui il Pd riesce a governare anche quando perde le elezioni”. Poi ribadisce di essere “laica” sul tema del ballottaggio e che “siamo molto attenti a non toccare le prerogative del capo dello Stato”. “Dopodiché, vogliamo introdurre anche l’elezione diretta del presidente della Repubblica? Io non sono contraria”, chiarisce, confermando che quella era la sua idea iniziale di riforma. Punge il Pd anche sul caso Bari: “Possiamo discutere se la norma sullo scioglimento dei comuni è adeguata, ma non si può chiedere che le amministrazioni di sinistra siano trattate diversamente dalle altre”. E in quella stessa direzione Meloni mira sulla vicenda di Ilaria Salis: “La campagna politica che la sinistra sta mettendo in piedi rischia di non aiutarla. Do you know stato di diritto? Do you know autonomia della magistratura?”, la domanda della premier, convinta che il governo possa “intervenire solo a sentenza passata in giudicato”.

Fra l’intenzione annunciata di confermare il taglio del cuneo contributivo nella prossima manovra, la rivendicazione dei test psicoattitudinali su cui, sostiene, “la maggioranza dei magistrati è d’accordo”, e l’impegno ad affrontare la questione delle liste d’attesa e “l’abolizione del tetto per i dipendenti del comparto sanitario”, si ritorna alle Europee. “La sinistra è in difficolta. Se vogliamo farle un favore allora ci mettiamo a litigare, battibeccare, fare campagna elettorale”, il pensiero della leader di FdI ed Ecr, che lancia un avvertimento diretto agli alleati in Italia e fuori. “Ho costruito una doverosa collaborazione istituzionale con von der Leyen, perché devo portare risultati a casa per l’Italia. Dopodiché – spiega – le elezioni sono un’altra cosa. Von der Leyen è la candidata del Ppe, io sono presidente dei Conservatori europei, che potrebbero anche avere un loro candidato alla presidenza della Commissione, questa è una decisione che dobbiamo ancora prendere”.

Insomma, salvo un lieve accenno al taglio del cuneo fiscale, le due leader sono prese da tutt’altre faccende e se ne fregano dei problemi della sanità, della perdita del potere d’acquisto delle buste paga, delle pensioni che diventano un miraggio sempre più lontano e meno retribuito, della scuola, dei trasporti, di un paese vecchio e decrepito che sta cadendo a pezzi. 

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