Statali e assenteismo: se sbaglia uno pagano tutti!

Ancora non arriva la firma definitiva del contratto del pubblico impiego, ma uno dei principi inserito nella ‘bozza’ riguarderebbe gli assenteisti secondo il principio – tutto italiano – che se “sbaglia” uno, pagano tutti!
Pertanto, l’assenteismo di un dipendente pubblico potrebbe presto essere sanzionato con una misura collettiva, a danno dell’intero ufficio. Il testo, infatti, prevede “correttivi” e “significative riduzioni delle risorse” a titolo di premio non solo per il singolo, ma per tutto l’Ufficio a cui appartiene. Insomma, come già avviene per l’evasione fiscale non paga chi evade, ma tutti coloro che già pagano fino all’ultimo centesimo e che devono accollarsi anche le tasse dei soliti furbi. Troppo, complicato per lo Stato andare a scovare i veri ‘colpevoli’, molto più comodo far pagare a tutti le colpe dei singoli! A proporre le contromisure in caso siano rilevate assenze medie sopra i tassi di riferimento, o siano osservate concentrazioni in date particolari, sarà un organismo ad hoc, composto da rappresentanti dell’amministrazione e del sindacato. Le misure studiate proprio per disincentivare elevati tassi di assenza del personale sono una delle novità nel testo ancora in fase di gestazione. Non è da escludere che il faticoso ‘parto’ ci sarà proprio a ridosso delle elezioni politiche, chissà mai perché…
23 Dicembre 2017. Firmato accordo contratto statali: rialzi da 63 a 117 euro. È stato siglato nella notte il nuovo contratto degli statali per il triennio 2016-2018 che pone fine a un blocco durato otto anni. Al termine di una trattativa lunghissima Aran e i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Confsal (non hanno firmato Usb, Cgs e Cisa) hanno raggiunto l’accordo che prevede un aumento medio mensile pari a regime a circa 85 euro lordi sullo stipendio base. L’intesa prevede una forbice di aumenti sullo stipendio base dai 63 ai 117 euro mensili lordi a regime. A questo aumento tuttavia va aggiunto l’assegno per dieci mensilità tra i 21 e i 25 euro per le retribuzioni più basse mentre alcune amministrazioni potranno erogare un bonus supplementare. Oltre all’aumento medio di 85 euro il rinnovo del contratto – evidenzia la Fp Cgil – salvaguarda il bonus di 80 euro, mentre su tutto il nuovo comparto delle Funzioni Centrali (Ministeri, Epne e Agenzie Fiscali), arriveranno gli arretrati del 2016 e 2017 e ripartirà la contrattazione per il trattamento accessorio. L’intesa – sottolineano i sindacati – riduce la precarietà grazie a una regolamentazione delle forme di rapporto di lavoro flessibile. Si riconferma infatti come il normale rapporto di lavoro nella pubblica amministrazione è a tempo indeterminato mentre le forme di rapporto di lavoro flessibile saranno due: il tempo determinato e la somministrazione.
Viene inoltre introdotto un nuovo sistema di relazioni sindacali con il ritorno della contrattazione e l’incremento dei poteri demandati alle Rsu. I sindacati sottolineano anche il nuovo ordinamento professionale con il varo di “una commissione che dovrà immediatamente produrre un corretto inquadramento, nuove regole per le progressioni, il riconoscimento pieno delle professionalità e delle competenze”. Il contratto conferma le 36 ore per l’orario di lavoro e introdotta una certa flessibilità di orario che risponde alle esigenze dei lavoratori, accrescendo allo stesso tempo la qualità dei servizi. Regolate anche questioni importanti – spiega Fp Cgil – come la pausa esigibile, diritto delle lavoratrici e dei lavoratori. Infine si conferma l’esclusione del Jobs Act dal contratto, a partire dal mantenimento dell’articolo 18.

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