Siamo un popolo che non vuole essere governato.

di Giovanni Pulvino. Spesso nelle dichiarazioni dei politici e dei commentatori si asserisce che in Italia la Sinistra è una minoranza perché il popolo italiano sarebbe propenso a sostenere i partiti definiti con il termine di “Moderati”. Quest’affermazione è stata ripetuta tante volte da essere considerata da molti come vera anche se non lo è. Tutte le formazioni politiche di sinistra o definite come tali che dal 1948 hanno eletto rappresentanti in Parlamento non hanno mai messo in discussione il carattere democratico delle istituzioni. Anzi nei momenti più difficili della nostra storia hanno dimostrato un alto senso dello Stato. Nella lotta di liberazione al fascismo e all’occupazione nazista i comunisti ed i socialisti hanno dato un contributo fondamentale. Successivamente hanno cooperato alla elaborazione e alla approvazione del testo costituzionale repubblicano. Sono stati in prima fila nella lotta al terrorismo nero e rosso degli anni settanta. Hanno mantenuto il conflitto sociale sempre nei limiti della legge e della partecipazione democratica. Dal 1992 hanno concorso in modo determinate al risanamento dei conti pubblici consentendo al Paese di entrare nell’Euro ed hanno contribuito nell’agosto del 2011 al salvataggio dell’Italia dal default finanziario. Oggi in nome della stabilità sostengono il governo delle larghe intese. Insomma le formazioni politiche di Sinistra hanno dimostrato da sempre moderazione ed un alto senso di responsabilità, anteponendo gli interessi del Paese a quelli di partito. Eppure questa generosità e serietà non ha pagato in termini di consensi elettorali, perché? Nell’Italia repubblicana neanche la Destra ha mai governato. Il Movimento Sociale Italiano e successivamente Alleanza Nazionale sono rimaste escluse dal potere fino al 1994. Lo sdoganamento è avvenuto con Silvio Berlusconi che ne ha utilizzato gli ideali ed i voti per conquistare il potere e per realizzare i suoi interessi personali. Una Destra moderata e liberale non ha mai governato, perché? In Italia l’elettorato attivo è diviso in tre poli: uno di Sinistra, uno di Destra e uno di Centro. Nelle ultime elezioni se n’è aggiunto un altro rappresentato dal M5S. Questa frammentazione partitica rende difficile se non impossibile l’alternanza al governo del Paese. Gli esecutivi che si sono susseguiti dall’Unità d’Italia ad oggi, fatta eccezione per il nefasto ventennio fascista, sono stati formati da coalizioni di Centrodestra o, più raramente, di Centrosinistra. Molti opinionisti ritengono che ciò dipenda dall’incapacità, soprattutto da parte delle Sinistra, di esprimere leader carismatici. Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer erano dirigenti riconosciuti ed apprezzati eppure il partito che essi hanno guidato per anni non ha mai governato. Altri ritengono che il problema sia stato il carattere fortemente ideologico di queste formazioni politiche. Ma le vicende parlamentari degli ultimi due decenni dimostrano il contrario. Quindi le ideologie ed i leader che i partiti hanno espresso non sono spiegazioni sufficienti. Qual è, allora, la ragione di quest’anomalia? Siamo uno Stato giovane, diviso per aree geografiche, per usi, per condizioni economiche e sociali. Siamo un popolo che non vuole essere governato. Che accetta con fatica e riluttanza le regole e le imposizioni statali. Allora prediligiamo esecutivi che non decidono, che si limitano all’essenziale, che abbiano come obiettivo primario quello della stabilità. Tutto è annacquato secondo i principi della cultura cosiddetta moderata, quella degli equilibri politici, delle convergenze parallele, del consociativismo, delle corporazioni e delle Caste, il cui scopo è solo quello di essere libere di agire per favorire figli, parenti ed amici. Siamo il Paese in cui la raccomandazione prevale sul merito. Ed i Governi non devono disturbare i manovratori e le piccole furberie compiute quotidianamente dall’italiano medio. E’ un fatto culturale. E’ la cosiddetta italianità. Cambiare non sarà facile e richiederà tanto tempo e tanta pazienza, sempre che ciò avvenga.

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