Una classe dirigente vecchia, per un paese vecchio.

di Maria Pia Caporuscio. Andando contro natura si generano disastri e ciò avviene in tutti i campi anche nel corpo umano. Il trascorrere degli anni comporta l’invecchiamento delle cellule comprese quelle del cervello. Dopo una certa età gli uomini non sono più in grado di fare quel che facevano in gioventù. E’ una legge di natura: i vecchi, come i bambini, non sono responsabili delle loro azioni e questo deve valere soprattutto per la classe politica. Invece vediamo addirittura dei novantenni alle più alte cariche dello Stato e questa è una vera follia! I vecchi non sono più nelle condizioni di intendere e volere e deve essergli impedito di nuocere!
Purtroppo l’arroganza della classe politica arriva a pensare di sottomettere persino la natura e a dimostrazione di ciò, sono tutti quei vecchiacci che si ostinano a voler rimanere al potere. A parte il fatto che a nessuno dovrebbe essere permesso di usare la politica come mestiere, tant’è che questa cosa avviene solo in Italia, dove si smette di fare politica solo con la morte. Nel resto del mondo dopo due legislature sono tutti invitati ad andarsene. Perché non ci si chiede come mai un vecchio operaio non vede l’ora di lasciare il lavoro al contrario della classe dirigente? La risposta è semplice, perché l’operaio butta il sangue otto ore al giorno per uno stipendio da fame, mentre lor signori sbracati sulle poltrone e senza alcuna fatica, si arricchiscono sulle loro spalle.

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