Se non ora quando? Renzi for President. Adesso!

di Francesco Scolamiero. E così è partita l’avventura di Renzi per le primarie del PD, rispetto però a quelle per la corsa a Sindaco di Firenze oggi l’effetto sorpresa non c’è più e la corsa sarà più dura. Sarà più dura perché quello che si tende a sottovalutare è il fatto che la nostra “casta politica” guarda le elezioni amministrative e quelle nazionali sempre con un ottica diversa. Non ci scordiamo in passato come vittorie in elezioni locali si sono trasformate in batoste a livello nazionale, lo stesso elettore sembra usare due pesi e due misure diverse. Come ho detto anche il M5S dovrà affrontare lo stesso problema. Ritornando a Renzi e leggendo le news sul lancio della sua candidatura vedo che anche lui ha imparato la lezione. Per vincere non tanto devi far affidamento sui voti del tuo partito, che bene o male sono sicuri, devi andare a pescare nel campo avversario. Questo è il segreto per vincere, prendere i voti al “centro”! Bersani ha scelto la solita strada della vecchia politica, ventilando un accordo con Casini dopo le elezioni, Renzi invece, più arrembante, i voti del centro se li va a prendere direttamente! Da qui l’appello agli elettori delusi del PDL. Quale delle due strategie avrà più fortuna non lo so, certo è che l’unico pericolo vero sono le gelosie. Renzi dice che se perderà le primarie aiuterà Bersani, ma quest’ultimo farà lo stesso? Nel PD Renzi non dispiace in assoluto, ma a molti leader non va a genio il fatto che non si voglia mettere in fila. Molti pensano… “rimanga a fare il sindaco, è così giovane, fra 5-10 anni finita quell’avventura potrà ambire a guidare il Paese, ora tocca a noi, che se pur vecchi, abbiamo aspettato tanto con Berlusconi, e quando ci siamo arrivati ci siamo stati troppo poco!“. Renzi, in questo come Berlusconi vent’anni fa, ha capito che questa fase transitoria, come quella ‘post tangentopoli’, potrebbe sparigliare le carte e creare nuovi equilibri. Non per niente il suo consulente per la comunicazione è Giorgio Gori. Da notare come i guru delle comunicazioni stiano ultimamente facendo le fortune dei nuovi politici. In condizioni normali Renzi sarebbe stato tagliato fuori. Ora i leader sono deboli e lui ne può approfittare. Il problema per Renzi è Grillo, pescano tutti e due in parte nello stesso stagno, da qui l’idea di andare in quello del PDL. Solo un aspetto mi sembra che tutti sottovalutino, compreso Renzi, il fatto che tutti pensino che ci sia solo un programma perfetto, invece non è così. E’ difficile avere un Stato liberista e un welfare svedese allo stesso tempo. Questa è la lacuna più grande che vedo nel suo programma. Invece, più coerente e realistico, ma meno affascinante quello di Bersani che per finanziare il welfare ha in mente una patrimoniale!!!

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