Riscoprendo Ronald Reagan.

di Attilio Runello. È appena uscito un libro della Mondadori sulla figura del presidente Ronald Reagan scritto da Gennaro  Sangiuliano, direttore del Tg2.

Al contrario della maggior parte dei presidenti americani Reagan veniva da una famiglia povera di origini irlandesi.
Il padre era dedito all’alcol. La madre lo incoraggiò a proseguire gli studi che riuscì a portare a termine lavorando e ottenendo delle borse di studio per la sua attività sportiva.
Finiti gli studi intraprese l’attività di attore con presenze in numerosi film ma sempre con ruoli poco importanti. Per questo accolse volentieri la proposta di lavorare prima e dirigere poi il sindacato degli attori.
Aveva carisma e si dedicò alla politica diventando prima governatore e infine presidente.
Erano gli anni Ottanta. L’America veniva da un periodo di crisi di immagine sia all’interno che all’esterno anche a seguito del conflitto in Vietnam e della crisi dell’ambasciata americana in Iran.
Grazie anche a film come Rambo o ai film di John Wayne il paese riprese fiducia in se stesso.
Apparve più chiaro che nonostante i sui errori gli Stati Uniti avevano una statura maggiore del dispotismo di tanti paesi asiatici ancora comunisti.
È anche merito della sua politica l’implosione dell’Unione sovietica e la caduta del muro di Berlino.
È un libro che può aiutare a capire le vicende attuali dove procede di pari passo una collaborazione con i paesi dispotici cui si aggiunge una competizione per le sfere di influenza.
Negli ultimi anni da parte degli Stati Uniti è aumentato il livello di competizione in risposta all’atteggiamento russo e cinese, ma anche di fronte a quello iraniano.
I tavoli di trattative e dialogo sono comunque sempre aperti.

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