Debito pubblico: che cosa ci aspetta?

di Attilio Runello. Il debito pubblico dello stato italiano ad oggi ammonta a 2841 miliardi.
Il debito pubblico è composto da emissioni di titoli di stato, in gran parte BTP.
Ogni hanno una parte delle emissioni dei titoli emessi va in scadenza e bisogna rifinanziarli.
La durata media dei titoli è di sette anni.
Dal 2015 al 2022 abbiamo emesso titoli a tassi di interesse che vanno da un minimo dello 0,10 per cento – nel 2021 – a  un massimo dello 1,07 per cento.
Su questo ciclo molto positivo ha influito lo spread basso e il quantitative essing, cioè l’acquisto da parte delle BCE di parte dei titoli.
Nel 2022 il tasso è cresciuto allo 1,7 per cento e nel 2023 allo 3,5 per cento.
Nel 2024 ci sono da finanziare circa 400 miliardi che se le cose rimarranno invariate avverrà con un tasso alto, con una crescita degli interessi da pagare sul debito.
Nel 2021 gli interessi sul debito da pagare su base annuale sono stati di circa sessanta miliardi e quindi relativamente bassi, se si considera l’ammontare del debito.
Per il momento c’è solo da augurarsi che la BCE ritorni ad acquistare titoli di stato.

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5 Responses

  1. Occhio di Lince ha detto:

    Povera MELONI che sta facendo lievitare il Debito Pubblico

  2. Dalcone Nadia ha detto:

    Lombardia o per le essenze per i derivati degli agrumi in Calabria. Fanno ricerca? Creano posti di lavoro? Promuovono lo sviluppo del territorio? Mistero.
    Guardando l’ultima mappatura fatta dal governo Monti, e poi aggiornata dal governo Letta, si arriva a oltre 500 enti, da accorpare od anche eliminare per un risparmio in termini di spesa pubblica di almeno 10 miliardi di euro.

  3. Patroclo ha detto:

    Si stampa troppa carta moneta. Si deve tornare ad agganciare l’emissione della carta moneta all’ORO anche se in misura parziale. Aver svincolato la Stampa delle banconote dall’ORO ha portato a questa iperinflazione.

  4. Camilla Colicchia ha detto:

    I cittadini cinesi acquistano oro in massa mentre l’economia va sempre peggio. La crisi immobiliare cinese si aggrava mentre le azioni di classe A continuano a precipitare, erodendo la fiducia nell’economia. Gli investitori stranieri si sono ritirati dalla Cina, con sei mesi consecutivi di vendite nette di titoli cinesi. Nell’ultimo anno, le banche centrali cinesi e il popolo cinese hanno acquistato e accumulato oro in grandi quantità. Gli economisti solitamente interpretano questa mossa come una misura preparatoria in previsione di una crisi finanziaria. Secondo il rapporto Gold Demand Trends Full Year 2023 pubblicato dal World Gold Council il 31 gennaio, la domanda totale di oro nel 2023 ha raggiunto le 4.899 tonnellate, il massimo storico. Gli acquisti delle banche centrali hanno superato le 1.037 tonnellate, secondi solo alle 1.082 tonnellate del 2022 e la seconda cifra più alta dal 1950. La Banca centrale cinese ha acquistato più di 225 tonnellate d’oro, il livello più alto dall’inizio delle statistiche nel 1977. Il prezzo dell’oro alla fine del 2023 era di 2.078,4 dollari l’oncia (28 grammi circa), un record di chiusura dell’anno, con un tasso di rendimento annualizzato del 15%, mentre il prezzo medio dell’oro nel 2023 era di 1.940,54 dollari l’oncia, anch’esso un record e un aumento dell’8% rispetto al 2022. La domanda di oro come investimento, compresi i lingotti e le monete, è cresciuta del 28% in Cina, raggiungendo le 280 tonnellate, compensando in larga misura il forte calo registrato in Europa, secondo quanto si legge nel rapporto. Sebbene la domanda globale sia rimasta stabile, l’anno scorso il consumo di gioielli d’oro in Cina è aumentato del 10%, raggiungendo le 630 tonnellate. Song Tao (pseudonimo), residente nel quartiere Haidian di Pechino, ha dichiarato all’edizione cinese di Epoch Times che la maggior parte di coloro che hanno iniziato ad acquistare oro hanno subito perdite a causa del calo dei prezzi delle case e delle truffe sui prodotti finanziari.

  5. Fulvio Colovatì ha detto:

    Il problema DEBITO PUBBLICO non interessa a nessun partito e la maggioranza del POPOLO non si rende conto della pesantezza del problema

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