Potremmo essere per davvero un grande Paese, se solo ognuno di noi facesse la propria parte!

In questo Paese, dove incertezza, flessibilità e precarietà vengono sbandierate come una grande conquista liberale e di modernità, irrinunciabile per creare più occupazione e fondamentale per rimettere in moto l’economia, un fatto è certo: se tutti pagassero regolarmente le tasse per quanto dovuto e giusto che sia, se venisse rigettata la mazzetta e ripudiata la tangente una volta per tutte, ogni italiano disporrebbe non solo di un migliaio di euro in più per arrivare a fine mese, ma anche di servizi efficaci ed efficienti e di migliori opportunità.
Insomma, se ognuno di noi facesse la ‘propria parte’, questo sarebbe per davvero un grande Paese. Purtroppo il fatto altrettanto certo è che a chi di dovere, a chi preposto a legiferare e a far rispettare poi certe sacrosante leggi con la certezza di pene severe, non interessa un discorso di trasparenza, di giustizia e di equità sociale perché nel torbido ci sguazza troppo bene, almeno fino a quando ci saranno i “soliti fessi” – lavoratori dipendenti e pensionati – da continuare a spremere nel nome del debito pubblico, dell’euro, ma soprattutto per il bene di una ‘sola parte’, la ‘loro’! Appiccicare l’etichetta “Riforma” in ogni dove, come fa il governo delle giovani marmotte, non serve a nulla. Quel che occorre a fare dell’Italia un grande Paese è una sola riforma, la riforma delle riforme, la riforma della moralità dei politici che non si attua per decreto, ma con l’esercizio della legalità, l’uso della coscienza e la pratica dell’onestà da parte di chi si occupa della cosa pubblica. Questo è il vero spread che misura il differenziale tra l’Italia e gli altri Stati europei. Questo è il quid che manca all’Italia per essere per davvero un grande Pese!

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