Il Lavoro è dignità, non è reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza, ovvero dare a “chi non lavora” 800, 1.000 euro al mese e anche di più se “tiene famiglia”, in attesa che piova dal cielo un qualche fantomatico posto di lavoro! Questo è il cavallo di battaglia del Movimento5Stelle che addirittura lo ritiene essere l’unica manovra economica in grado di combattere povertà, mafia e voto di scambio. Ma in realtà è un cavallo azzoppato dal vecchio concetto di “assistenzialismo” tanto caro alla mentalità e alla cultura politica italiana e che ha fatto tanti danni durante la Prima Repubblica
regalando troppe pensioni sociali e leggi 104 a chi non ne aveva diritto, sottraendo aiuti vitali a chi, invece, ne aveva reale bisogno e urgente necessità! E poi in un momento di crisi come quello attuale,  dove si trovano fondi e coperture per un’iniziativa così dispendiosa per le casse italiane? E poi non si può e non si deve continuare con questa politica di svalutazione del lavoro, perchè il lavoro è dignità non è carità! Il reddito di cittadinanza non solo è umiliante, ma rischia di far “accontentare” gli italiani rimasti senza lavoro. All’Italia, invece, occorre una vera politica industriale e una manovra economica che abbassi le tasse per favorire la crescita e la ripresa e che dia maggiore dignità al lavoro e ai lavoratori. Essere parcheggiati a 800 euro al mese senza fare niente o peggio ancora lavorando in nero e quindi fregando due volte coloro che, invece, un lavoro regolare e malpagato ce lo hanno e sul quale versano tasse e contributi, non solo è un’elemosina che toglie dignità a chi la percepisce, ma che innescherebbe un meccanismo perverso che non crea lavoro e che rischia di far pensare, a più di qualcuno, che prendere 800 euro sia meglio che andare a lavorare. Quando un sistema non produce, ma assiste in modo sbagliato, il risultato è questo e finisce per far lievitare il debito pubblico, favorire i soliti furbi, alimentare le mafie e i voti di scambio, altro che eliminarli!

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