Torna l’ora legale.

L’ora legale torna nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, con le lancette che dovranno essere spostate un’ora in avanti, ovvero alle due di notte bisognerà alle tre di notte (come sappiamo, non bisognerà fare nulla, invece, con gli smartphone, che si adeguano automaticamente). Dunque, dormiremo un’ora in meno, ma in compenso avremo giornate più lunghe e più luce naturale da sfruttare (l’ora solare tornerà domenica 27 ottobre 2024).

Come sappiamo tutti, l’ora legale è la convenzione di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo e risparmiare, dunque, in termini di energia elettrica. L’ora legale è nata proprio per favorire il risparmio energetico in tempi di crisi e l’Italia l’ha adottata per la prima volta durante la Prima guerra mondiale (nel maggio 1916, con interruzioni tra il 1921 e il 1939 e, poi, tra il 1948 e il 1965). Le ragioni drammatiche che spinsero a quella decisione sono ormai un lontano ricordo, ma anche oggi, in tempi di necessario risparmio energetico, l’ora legale svolge egregiamente la sua funzione.

Un passaggio quello da ora solare a ora legale e viceversa non indolore, e che ha effetti negativi su salute, energia, bollette, ambiente e tasche dei cittadini, al punto che già 336mila italiani hanno firmato la petizione online per rendere permanente l’ora legale tutto l’anno.

Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che assieme a Consumerismo No Profit ha avviato una raccolta firme per chiedere al Governo l’ora legale permanente.

“Sul fronte energetico – ha calcolato Sima – l’adozione dell’ora legale permanente tutto l’anno produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh equivalenti, e si considerano solo le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato, ad un risparmio in bolletta di circa 180 milioni di euro annui. A ciò si aggiungerebbe un massiccio taglio alle emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi”.

“Chiediamo al governo Meloni di impegnarsi per arrivare in Italia all’abbandono definitivo dell’ora solare adottando l’orario legale tutto l’anno. – afferma il presidente di Sima Alessandro Miani – Una possibilità prevista dall’Unione Europea che già nel 2019 ha approvato una Direttiva che pone fine al doppio cambio orario durante l’anno lasciando ampia discrezionalità agli Stati Membri, auspicando un coordinamento tra le varie nazioni per evitare ripercussioni sugli scambi commerciali e i movimenti transfrontalieri”.

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