Pensioni. Quanto si perde con Quota100?

di Redazione. Nella vita nessuno ti regala niente, e chi brindava a ‘Quota100’ dovrà fare i conti con quanto gli costerà anticipare la pensione.

Infatti, con Quota 100 si va in pensione prima, ma con una pensione più bassa. L’assegno potrebbe essere decurtato anche di un quinto rispetto a quanto si prenderebbe se si continuasse a lavorare fino ai 67 anni. In audizione alla Camera il presidente dell’Inps ha spiegato che “uno statale con 40mila euro di retribuzione lorda che utilizza Quota 100 e va in pensione a 62 anni anziché a 67 prenderà una pensione più bassa di circa 500 euro al mese”. Resta poi il divieto di cumulo, ovvero il pensionato a quel punto non potrà svolgere un lavoro per arrotondare. Comunque la cosa fondamentale è che un lavoratore potrà scegliere se accedere al pensionamento o no. Non sarà più obbligato a lavorare per forza anche se non ce la fa più. La decurtazione dell’assegno in ogni caso dipenderà non da penalizzazioni specifiche ma solo dal fatto che lasciando il lavoro prima, l’interessato verserà meno contributi e dunque percepirà di meno. La speranza di vita sarà poi più alta, con le conseguenze del caso, e non ci sarà la rivalutazione di quei contributi al Pil. Ad esempio: “Un nato nel 1957 che ha iniziato a lavorare a 24 anni nel 1981 e ora guadagna 2mila euro netti al mese – si legge su Repubblica – avrà nel 2019 i requisiti per Quota 100, potrà scegliere di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi. Ma prenderà 1442 euro al mese invece di 1778 euro”. Un quinto in meno, appunto, rispetto a quanto avrebbe preso lavorando per altri 5 anni. Praticamente, più si anticipa l’uscita e meno si prende di assegno! Due i motivi della decurtazione: si versano meno contributi e i contributi si distribuiscono su più anni di godimento. Inoltre si aggiunga che anticipando l’uscita si rinuncia alla rivalutazione dei contributi al Pil.

You may also like...

2 Responses

  1. marina rg ha detto:

    Una soluzione ci sarebbe: o si trasformano tutti gli italiani in partite IVA, oppure in lavoratori dipendenti tassati alla fonte, senza se e senza ma!

  2. Giacomo - TO ha detto:

    In alcuni Paesi, il lavoratore riceve iloro in busta paga, così si paga Previdenza ed Ass.za.
    In Svizzera ad esempio c’è un I°Pilastro previdenziale uguale per tutti; poi un II°Pilastro previdenziale privato che ognuno sicostruisce.
    Questa è una soluzione ma in Italia penso sia impraticabile.
    Eppure a ben vedere se in futuro i giovani non potranno farsi un’integrazione, con le retribuzioni attuali è impossibile, non c’è da stare molto allegri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *