La democrazia diretta sul web del M5s è un grande flop!

di Michael Pontrelli. La democrazia diretta attraverso internet è da sempre uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle. Probabilmente sarebbe però più corretto parlare di sogno perché nonostante la costante retorica sul tema i risultati raggiunti fino ad ora sono piuttosto deludenti come dimostrato da una inchiesta del quotidiano ‘La Stampa’. La piattaforma Rousseau non decolla. Alla base dell’utopia grillina c’è Rousseau la piattaforma web
ideata da Gianroberto Casaleggio e ora gestita dal figlio Davide. E’ il sito dove in questi giorni i militanti stanno votando il programma per le prossime elezioni politiche e dove il prossimo autunno sceglieranno chi sarà il candidato premier. Secondo quanto scritto sul blog ‘beppegrillo.i’t il programma Esteri è stato votato da 23.481 iscritti certificati. Una goccia rispetto ai milioni di italiani che votano i Cinquestelle. Basso coinvolgimento nella discussione delle proposte di legge E le cose vanno perfino peggio per quanto riguarda le leggi proposte dai parlamentari pentastellati e sottoposte online a modifiche e integrazioni da parte della base. Su 140 mila iscritti a Rousseau (dato fornito da Davide Casaleggio) negli ultimi 12 mesi in media hanno partecipato appena 140 militanti per proposta di legge. Il tasso di partecipazione misurato sugli iscritti alla piattaforma è dello 0,1%, misurato sul bacino elettorale non è neanche rappresentabile. Iniziata legislativa dal basso senza effetti sull’attività dei parlamentari. Risultati modesti anche per quanto riguarda l’iniziata legislativa dal basso. Fino ad ora le proposte di legge dei militati discusse su Rousseau sono state circa 800, la maggior parte ha ottenuto poche centinaia di voti e solamente 14 sono state prese in carico dai parlamentari M5s per essere presentate presso le commissioni di competenza. Proposte discutibili da parte dei militanti. Scarsa attenzione dei parlamentati verso la base? Sicuramente ma a loro discolpa va detto che molte delle proposte avanzate dai militanti appaiono piuttosto discutibili. Solo per citare qualche esempio c’è la proposta di abolire l‘Arma dei carabinieri, di imporre obbligatoriamente il menù vegano in tutte le mense pubbliche, di istituire l’assistenza sanitaria nazionale per cani e gatti e di rendere obbligatorio il riutilizzo dell’acqua piovana. La retorica sulla democrazia diretta non si ferma. Ma nonostante i numeri di Rousseau la retorica prosegue. E’ notizia di pochi giorni fa l’annuncio di Virginia Raggi di voler cambiare lo statuto del Campidoglio “per rendere attuabile nella Capitale la democrazia diretta tramite internet così come applicata ad Atene nell’antica Grecia”. Un sogno ambizioso “per trasformare la città da Mafia Capitale a Roma Capitale della trasparenza”. Ce la farà? Lo vedremo nei prossimi mesi. Per il momento l’unica certezza è che la piattaforma online del M5s più che un efficace strumento di democrazia diretta appare semplicemente come un potente contenuto di propaganda politica.

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