Le grandi alluvioni nella storia italiana.

di Attilio Runello. In Italia dagli anni cinquanta ad oggi si contano circa venti grandi alluvioni. Prima degli anni cinquanta le alluvioni non erano mancate: nel 1870 – anno della presa di Roma – la capitale fu colpita da una piena del Tevere che raggiunse i diciotto metri. Successivamente vennero realizzati i muraglioni alti decine di metri che hanno poi protetto la città. Inoltre negli anni sono state realizzate dighe sugli affluenti del Tevere.

Anche il Po è stato interessato ben quattordici volte da piene dall’Unita d’Italia ad oggi. Undici si sono verificate prima degli anni cinquanta e solo tre successivamente. L’ultima del duemila. Inutile dire che il bacino del Po è stato oggetto di grandi lavori con innalzamento degli argini e realizzazione di golene e vasche di laminazione.
Un fiume che ha portato nella storia a grandi alluvioni della città di Firenze è il fiume Arno: la prima documentata è del 1333, poi nel 1547 e nel 1557, nel 1844 e nel 1966, in cui venne registrato un livello delle acque massimo di tredici metri sul piano stradale. Ma ve ne furono tante altre di livello minore.  Negli anni cinquanta vennero realizzate alcune dighe anche su affluenti che fino ad oggi hanno evitato il ripetersi di altre alluvioni.
L’Italia ha alcune centinaia di fiumi, per non parlare dei torrenti. E non sempre vengono realizzati quei lavori di manutenzione, innalzamento di argini, realizzazione di invasi o vasche di laminazione. Anche a causa della burocrazia.

Le alluvioni di novembre in Italia dal 1951 a oggiIl nostro paese a causa della sua contiguità con il mare è estremamente soggetto alle cosiddette bombe d’acqua. Una precipitazione di 30 mm in un’ora o di sessanta in due ore è assorbita dalla campagna pianeggiante, crea problemi se ci sono territori scoscesi o ancor di più nei centri urbani. Le bombe d’acqua si formano infatti per differenza di temperatura fra l’aria del mare, più calda, con quella superficiale, più fredda. Queste nubi formatesi in tal modo, sono cariche di acqua e la scaricano tutta in una volta: più di 30 millimetri all’ora o più di 50 millimetri nell’arco di due ore, con effetti talvolta devastanti.

Il Politecnico di Torino ha rilevato che in alcune aree di Italia la frequenza e l’intensità di questo fenomeno è in aumento proprio per via del surriscaldamento globale che accentua questa differenza di temperature.

Tuttavia anche se il fenomeno aumenta la storia dimostra ampiamente che le alluvioni fanno parte della nostra storia e che i tanti lavori svolti ne hanno ridotto le portate. Al tempo stesso l’urbanizzazione, la copertura di torrenti, che diventano superfici stradali, o altre opere realizzate male  – basti ricordare al crollo della diga del Vajont – ne aumentano la portata.

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