Le carenze del sistema elettorale americano.

di Attilio Runello. L’assalto al Campidoglio a Washington mentre i rappresentanti del popolo si erano riuniti per decidere se validare o meno il risultato delle elezioni va condannato in ogni modo. Non sappiamo se ci sono delle responsabilità da parte di chi doveva proteggere il palazzo, ma se adesso la guardia nazionale presidia Washington affinché non si ripetano altri disordini risponde a una esigenza reale.

La Camera ha promosso per la seconda volta l’impeachment di Trump, e questa volta con una accusa molto grave: essere il mandante delle azioni promosse dagli insorti.

Non risulta che Trump abbia detto durante il comizio tenuto nella mattinata vicino la Casabianca di assaltare il Campidoglio. Ha piuttosto ribadito che i brogli c’erano stati. I Repubblicani erano stati defraudati della vittoria. I parlamentari potevano rifiutare di avallare le elezioni e chiedere il ricontraggono dei voti. Invita i partecipanti a recarsi in Campidoglio per dare coraggio ai membri repubblicani che questo coraggio non lo avevano.

Ma quali sono i brogli cui fa riferimento Trump? Trump  – come riportato virgolettato dal sito Atlantico.it – lo ha espresso chiaramente e noi lo riassumiamo:
Ma quali brogli, è l'ennesimo abuso da parte di Trump", l'analisi di  Massimo Teodori - Il Riformista1. Manca l’obbligo di esibire un documento di identità per poter esprimere il voto.
2. Non è richiesta una prova di cittadinanza americana per votare.
3. Si attribuisce universalmente a tutti il voto per posta
4. Manca la garanzia che chi vota sia americano, residente in quello stato. Le liste elettorali non sono pulite.
5. Occorre ripristinare il voto di persona nel giorno delle elezioni
6. Combattere i monopoli tecnologici che abusano del loro potere e interferiscono nelle elezioni (nelle urne gli elettori non userebbero una scheda ma un dispositivo elettronico).

In altre parole denuncia un sistema che consente i brogli. E promuove un programma volto a realizzare un sistema dove ci siano liste elettorali sicure e certezza della identità di chi vota.

Questo sembra essere stato il nucleo del discorso fatto da Trump. Quando dice “non ci arrenderemo” fa riferimento a battaglie legali e riforme elettorali.

Non bisogna dimenticare che 26 dei 50 Stati sono governati da repubblicani. Non bisogna dimenticare che anche se il suo vice Pence, in qualità di presidente del Senato non ha voluto chiedere il ricontraggono lo hanno fatto per singoli stati diversi membri del Congresso.

Non bisogna poi dimenticare che nel 2000 Bush vinse su Al Gore (democratico) per una manciata di voti. Al Gore in quella occasione tramite i suoi legali chiese il ricontraggono per più di un mese; già in quella occasione emersero in Florida carenze tecniche nel sistema elettorale.

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2 Responses

  1. Alessandro C. ha detto:

    Ancora pochi giorni e Donald Trump non sarà ufficialmente più il presidente degli Stati Uniti d’America.

    Forse, potrebbe passare addirittura meno tempo. Dopo le vicende del 6 gennaio, insieme drammatiche e grottesche, stanno prendendo corpo oltreoceano ipotesi di fine anticipata del mandato per il presidente uscente, con il passaggio dei poteri ad interim al vice Mike Pence per il disbrigo degli affari correnti necessario a garantire la transizione verso l’amministrazione Biden.

    Le opzioni sul tavolo sono essenzialmente tre: dimissioni, impeachment e utilizzo del XXV emendamento. Andiamo a esaminarle una per una.

  2. Uaar ha detto:

    Le ultime elezioni statunitensi sono state le più aspre da decenni a questa parte. Un livello di conflittualità mai raggiunto prima: il presidente uscente Donald Trump è arrivato a ripetere l’ossessivo mantra dei brogli elettorali messi in campo far vincere il suo avversario democratico Joe Biden.

    Il tutto senza prove concrete, nonostante i numerosi ricorsi e i minuziosi controlli degli enti governativi e la vigilanza dei media. Contribuendo a creare una profondissima spaccatura nell’opinione pubblica degli Usa, sempre più difficile da ricucire.

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