di Mauro Guidi. Finalmente è terminato un incubo, alimentato anche da notizie provenienti in sordina, ma dai toni preoccupati: la stazione spaziale cinese Tiangong-1 si è disintegrata sull’oceano Pacifico alle 2:16 del 02.04.18.
Lo rende noto il Joint Force Space Component Command (Jfscc) del Comando strategico degli Stati Uniti. Ma i cittadini del mondo si domandano: i veicoli circolanti nello spazio sono dotati di una assicurazione? o per lo meno viene seguito il criterio che ciascun proprietario è responsabile civilmente e penalmente per i danni che questi possono arrecare ad altre persone o cose? Se fosse caduto un frammento di dimensioni analoghe a quelle di una lavatrice (come taluni esperti facevano supporre) su un tetto di una casa la Cina sarebbe stata responsabile dei danni arrecati? Magari in margine a tutte le ‘mirabolanti’ notizie tecnico scientifiche sarebbe opportuno che qualcuno sollevasse almeno il quesito a livello internazionale dal momento che nell’atmosfera ormai ci sono una valanga di oggetti che prima o poi ripiovono sulla Terra in maniera incontrollata dopo essersi disintegrati nei bassi strati. Fra questi ci sono o ci potranno talvolta essere anche grandi strutture dotate di parti metalliche particolarmente resistenti alle più alte sollecitazioni meccaniche in grado così da produrre, durante l’inevitabile rientro, frammenti di dimensioni sensibili e pericolose per cose, persone ed animali.
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