ITALICUM passa come un treno sulla segreteria Pd: prendere o lasciare!

Dopo l’Italo di Montezemolo nell’alta velocità, arriva sparato sul doppio binario “Arcore-Nazzareno” l’Italicum di Renzi che passa come un treno sulla segreteria del Pd: prendere o lasciare, o meglio, prendere questa proposta di riforma elettorale, così com’è, senza ripensamenti, aggiustamenti e rimaneggiamenti dell’ultima ora, oppure salta tutto!

Ma a saltare giù dal treno ancora in corsa è stato solo Gianni Cuperlo, che non è rimasto ad aspettare la fermata successiva, quella del voto della direzione del Pd di cui… è ancora Presidente!?
Così, dopo aver stretto un patto di ferro con Silvio Berlusconi, rinunciando alle preferenze, pagando il prezzo salatissimo delle liste bloccate, ma uscendo indenne dalle critiche dei tanti delatori che lo accusavano di aver resuscitato il Cav, alias “il nemico di sempre”, Matteo Renzi supera anche il complicato passaggio della direzione del Pd, imponendo con 111 voti a favore e 34 astenuti l’Italicum, il modello proporzionale di riforma elettorale da approvare entro le prossime elezioni europee.
Andremo, dunque, alle urne, quando sarà, col “doppio turno di coalizione”. Se nessuna coalizione dovesse ottenere il 35%, le due coalizioni che hanno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno, andrebbero al ballottaggio 15 giorni dopo le elezioni per contendersi il premio di maggioranza del 18% del totale dei seggi parlamentari in palio. Un modo per evitare il ritorno delle larghe intese e dare stabilità ai futuri governi. Resterebbero le mini liste bloccate di 4 – 5 candidati per circoscrizione – senza possibilità di scelta per gli elettori – e lsbarramento del 5% per i partiti in coalizione, dell’8% per chi si presenta da solo e del 12% per le coalizioni.
Per indorare la pillola ai suoi e aggirare l’accusa del parlamento dei nominati, il leader Pd ha assicurato che i democrat “faranno le primarie per i propri candidati e considereranno vincolante l’alternanza di genere”. Va detto che nel disegno dei renziani c’è pure la riforma del bicameralismo, del Titolo V della Costituzione, del Senato e delle province.
Logicamente Silvio Berlusconi, carta d’identità alla mano e domiciliari che bussano alla porta, spera di essere lui con Forza Italia ad ottenere quel fatidico 35% al primo turno.

Ma da come si sono messe le cose, ovvero per il semplice fatto che a guadagnarci dal famigerato “incontro del Nazzareno” in casa Pd è stato proprio Matteo Renzi che si presenterà a ciò che è rimasto del corpo elettorale, falcidiato dall’astensionismo, come l’umo del cambiamento – al quale tutto si può dire tranne di essere un “comunista”, sia per età anagrafica, sia per cultura e formazione, sia soprattutto in virtù dell’incontro con Berlusconi e delle dichiarazioni del Cavaliere – quel 35 per cento di consensi, oggi come oggi, sembra più pendere dalle parti del “ragazzotto di Firenze” che dell'”uomo di Arcore”!

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *