Il bisturi non taglia per colpa della spending review!

A proposito dei “tagli” alla spesa della sanità pubblica, i chirurghi degli ospedali italiani denunciano che il bisturi del governo taglia molto di più di quello che il servizio sanitario acquista per le sale operatorie! La ricerca di un prezzo sempre più basso per ottemperare ai dettami scriteriati di una spending review solo lineare, ha ridotto in maniera drastica la qualità degli strumenti chirurgici al punto tale che ”i guanti in lattice si spaccano appena messi e i bisturi non tagliano più”. L’allarme arriva dall’Associazione dei Chirurghi Ospedalieri Italiani che ha ricevuto segnalazioni da migliaia di
medici in tutta Italia. La ”mediocre qualità” dei bisturi utilizzati oggi ha conseguenze sia estetiche, perché il taglio perde la famosa precisione chirurgica, sia infettive. infatti, secondo l’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani ”aumentando il trauma cutaneo per incidere una superficie, si aumenta il rischio di contaminazione batterica della ferita. E’ evidente che, dovendo aumentare la forza per incidere una superficie, si rischia di tagliare oltre le intenzioni dell’operatore. Quanto ai costi, possiamo affermare che si tratta di una scelta antieconomica, perché per uno stesso intervento può essere necessario utilizzare più bisturi, cosa che non si verificherebbe con un buon bisturi che, al contrario, potrebbe essere utilizzato più volte durante lo stesso intervento. Privilegiare il prezzo a scapito della qualità, fino a fare scomparire quasi del tutto le caratteristiche minime di funzionalità del prodotto, addirittura dei dispositivi medici ad elevata tecnologia il cui malfunzionamento può avere affetti letali, che tipo di sicurezza e qualità può garantire ai pazienti?”. La domanda la giriamo al capo del governo e al ministro della sanità, anche se, come direbbe la nonna che di economia domestica se ne intendeva, vale sempre la regola del buon senso: chi più spende meno spende!

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