Gli strapagati!

di Grazia Nonis. I dipendenti del Parlamento non appartengono a questa terra. Sono alieni provenienti da un’altra galassia e discendenti di una civiltà ben più progredita della nostra: gli strapagati. Il loro quoziente d’intelligenza è 1000, indispensabile per poter interagire con gli onorevoli di Camera e Senato spesso al di sotto della soglia minima. Alcuni vestono una sobria livrea che a breve sarà arricchita da calzoni al polpaccio, calze lunghe bianche e scarpe con fibbia.
Come optional, sulla giacca sarà applicato un taschino supplementare detto anche “porta lingua” o “entrata nelle grazie” da utilizzare dopo la leccata quotidiana al ministro di turno, mentre sul polsino verrà ricamato lo stemma del grande Casato: Casta del Parlamento o Casta del Senato. Dopo un celere corso di formazione lecco-posturale, agli stessi sarà fatto obbligo di percorrere i corridoi e le stanze della dimora con andatura ad angolo retto, e cioè a 90 gradi. Ma la maggior parte dei dipendenti è stata esentata dal frequentare tale corso, poiché un euro-occhiata alla loro busta paga facilita la figura a carponi davanti ai Signori del Casato. Qui nel Palazzo, la geometria applicata agli angoli, retti ottusi e nulli, la fa da padrona.
Il loro stato di esseri superiori li porta a primeggiare ovunque: alla Buvette, dove riescono a moltiplicare i pani e i pesci e tramutare l’acqua in vino; nella stanza di pronto soccorso dove eseguono interventi a cuore aperto, asportano tumori e impiantano protesi.
L’eccellenza, però, è il reparto Casablanca dove questi dipendenti alieni, alla bisogna, si cimentano in innesti di “pipini e ginette” per quei che nacquero l’uno e bramano divenir l’altro.
Spostandosi poi nel locale del “barbier-coiffeur Figaro”, si assiste con stupore a una danza di forbici e  rasoi che sembran volteggiare sulle onorevoli teste, su politiche barbe e pizzetti senza alcun intervento manuale mentre gli inumani professionisti, tutti in coro, intonano il Barbiere di Siviglia e a coppie danzan la Quadriglia.
Non son da meno le squadre di elettricisti, imbianchini e manutentori talmente qualificati da potersi equiparare, se non sostituire, ai tecnici della Nasa per costruire, assemblare e lanciare il modulo spaziale Orion su Marte. E, al pari del Botticelli, affrescarne le cosmiche pareti con scene parlamentari e goliardiche di vita quotidiana.
Sono dei geni e vanno lautamente retribuiti per le loro magnifiche e rare competenze.
E’ quindi ora che anche “Le Iene” la finiscano d’intrufolarsi nelle le stanze del Casato e disturbare i nostri “colleghi” mostrando che durante l’orario di lavoro, col computer, si occupano di compravendita di case e quadri, scaricano illegalmente film, videogiochi o viaggi. Basta perseguitarli mentre timbrano il badge a Palazzo Madama e poi escono a fare i fatti loro.
No, signori miei, La Boldrini ha fatto bene a finger di tagliar loro gli stipendi e far credere a noi, poveri babbei, di avvicinarli ai nostri(?), quelli dei servi della gleba. La Presidente sa che il suo personale, super selezionato, di altissimo livello e di straordinaria professionalità non può essere a noi paragonato. Una ola per “mamma” Boldrini che dichiara inaccettabili le offese (fannulloni strapagati) fatte ai dipendenti di Montecitorio.
Perché i dipendenti del Parlamento hanno una marcia in più che noi mai riusciremo a capire né ad apprezzare. E se lo dice la Boldri…
BASTA DISUGUAGLIANZE!
BASTA INGIUSTIZIE E PRIVILEGI!
BASTA LAVORATORI DI SERIE “A” E LAVORATORI DI SERIE “B”!
BASTA STIPENDI D’ORO: A PARITA’ DI REQUISITI, PARITA’ DI RETRIBUZIONE IN TUTTA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE!
NON E’ PIU’ ACCETTABILE CHE UN DIPENDENTE DEL QUIRINALE, DELLA CAMERA O DEL SENATO GUADAGNI CINQUE, SEI VOLTE DI PIU’ DI UN IMPIEGATO DEL CATASTO CON PARI REQUISITI.
E’ INACCETTABILE PER GLI STESSI DIPENDENTI PUBBLICI.
E’ INACCETTABILE PER I CITTADINI CHE LI PAGANO A FRONTE DI TASSE SEMPRE IN AUMENTO E SERVIZI SEMPRE PIU’ CARENTI.
E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI RIDURRE SPRECHI E PRIVILEGI.
MIGLIORIAMO L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

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