Votare subito Sì o No: gli interessi che ruotano intorno a questa scelta.

di Camillo Pignata. Abbiamo un Parlamento di politici, che non pensano alla gente ma al proprio tornaconto: conservare le poltrone!

Abbiamo una classe dirigente, che difende le proprie posizioni di comando all’interno e all’esterno del partito, anche a costo di sacrificare la democrazia e smentire la volontà popolare, che già si era espressa con il referendum del 2016.

Abbiamo Salvini che vuole capitalizzare il consenso andando subito al voto, ed instaurare un governo forte.
Abbiamo Renzi che vuole conservare la maggioranza di parlamentari nel PD e realizzare il suo vecchio progetto di rafforzare l’esecutivo con il taglio dei parlamentari.
Abbiamo Zingaretti che vuole far fuori la maggioranza dei parlamentari renziani nel PD andando subito alle urne.
Abbiamo M5s e Forza Italia che vogliono sopravvivere ritardando il voto.

Ma questi sono interessi personali, mascherati da interessi di partito. L’interesse del paese è un altra cosa.

L’interesse del paese è scongiurare un regime autoritario, la distruzione dell’Europa, l’aumento dell’Iva, affrontare la congiuntura economica così gravida di rischi .

Ma di questo non si parla. Non ne parlano i politici perché sono cose che non fanno voti. Non ne parlano perché sono cose che non fanno audience, ne fanno vendere copie.

Intanto la gente se ne fotte di uomini donne e bambini di persone che annegano nel Mediterraneo, di persone parcheggiate su di una nave la Open Arms, di persone sgomberate gettate in mezzo ad una strada, senza dimora.

Per questo deve prevalere un linea politica di interesse nazionale e internazionale, su una di interesse elettorale o di partito.

Certo votare subito aiuta Salvini, gli assicura una vittoria.  Ma dietro Salvini, non c’è solo Salvini, c’è un sistema di potere economico e mediatico, c’è Putin e Trump che vogliono frantumare l’Europa e ripristinare il potere imperialistico delle grandi potenze, che la globalizzazione aveva spazzato via.

Ed è questo sistema che occorre combattere, affrontando subito le nostre emergenze che non sono il taglio dei parlamentari, ma il pericolo di un regime, la catastrofe climatica, e in prospettiva recuperando identità, principi, valori, con il risveglio delle coscienze con la lotta. Su questi temi, chi vuole difendere la democrazia e la terra, può trovare convergenze.

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