Un popolo di poveracci.

di Redazione. In questo povero paese, dove c’è chi si abbuffa e chi fa la fame, chi evade impunemente il fisco e chi paga fino all’ultimo centesimo di tasse, chi la fa franca per aver ‘distratto’ centinaia di miliardi di euro e chi finisce in galera per aver rubato una mela, c’è anche chi ha la ‘sfiga’ di avere un lavoro con uno stipendio tra i più bassi d’Europa e di andare in quiescenza – se, come e quando – con una pensione da quattro soldi, grazie (si fa per dire) al ‘sistema contributivo secco’! A questo stato di cose il governo risponde con il ‘reddito di cittadinanza’ e la ‘pensione di cittadinanza’, con le minime portate a 780 euro! Sono queste, infatti, le basi della futura manovra finanziaria targata Lega-5Stelle. Le pensioni minime saranno portate a 780 euro a partire da gennaio, successivamente partirà il reddito di cittadinanza. Questi gli intendimenti del governo giallo-verde per far fronte all’emergenza povertà. Ma per chi sta ai limiti della ‘soglia di povertà’ – ovvero per chi si alza alle sei di mattina per andare a lavorare e rientra a tarda sera per portare a casa a malapena mille euro al mese – cosa sta facendo questo governo? La Riforma della Legge Fornero. Ovvero la possibilità di andare in pensione con ‘Quota 100’ e con qualche manciata di euro in più rispetto alla famigerata ‘pensione di cittadinanza’. Un po’ pochino per un governo, che ha raccolto la maggioranza dei consensi per eliminare le disuguaglianze. A meno che Salvini e Di Maio non intendano per ‘uguaglianza’ ridurre tutti i cittadini italiani – indistintamente – ad avere pari retribuzione e pari pensione. Soltanto così il governo avrebbe centrato l’obiettivo. Però, a questo punto, lavorare e continuare a versare i contributi all’Inps si rivelerebbe un esercizio del tutto inutile e addirittura controproducente, a fronte di una retribuzione uguale al ‘reddito di cittadinanza’ e di una pensione di importo inferiore alla stessa ‘pensione di cittadinanza’. Molto meglio starsene comodamente stravaccati sul divano di casa riscuotendo ogni mese il ‘reddito di cittadinanza’, arrotondato da qualche lavoretto in nero, per poi passare all’incasso della ‘pensione di cittadinanza’!

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