Storia delle Olimpiadi. Dallo sbraco in Asia ai gichi del boicottaggio.

3ª puntata Dallo sbraco in Asia ai gichi del boicottaggio.

TOKYO 1964

Per la prima volta si “sbarca” in Asia. Da questa Olimpiade il doping è proibito, ed infatti iniziano i primi accertamenti, seppur in via sperimentale (il vero inizio dei controlli anti-doping avverrà 4 anni dopo in Messico). Debuttano nel programma Volley e Judo, che nel Paese del Sol Levante non è una passione ma una vera fede. La nuotatrice australiana D. Fraser conquista nei 100 sl il terzo Oro di seguito, un record che nello stile libero verrà eguagliato soltanto nel 2020 dall’americana K. Ledecky (precisamente negli 800). Il neozelandese Peter Snell, Atletica, rivince la medaglia d’Oro ottenuta a Roma negli 800 metri piani, e vi aggiunge quella nei 1500, realizzando un’accoppiata che non si vedeva alle Olimpiadi dal 1920 e che da questi Giochi fino a oggi non si è più ripetuta. Nel Salto in Lungo gli Usa steccano dopo una sfilza di Ori che durava ininterrottamente dal 1924. L’Italia si aggiudica 10 Ori (3 nel Ciclismo), fra cui ricordiamo quello del ginnasta F. Menichelli (Corpo libero) e del marciatore A. Pamich (in rimonta) nella stremante 50 km. Il medagliere vede prevalere gli USA con 36 Ori, seguono URSS 30, Giappone 16, Germania Unita, Italia e Ungheria 10 (gli sport preferiti dai magiari sono Scherma, Nuoto e Canoa).

CITTA’ DEL MESSICO 1968

Si registrano delle notevoli innovazioni tecnologiche (come l’introduzione delle piste in sintetico), le quali, assieme all’aria rarefatta d’altura, favoriscono l’affermazione di numerosi record, come quello che vede protagonista il formidabile atleta statunitense Bob Beamon, che nel Salto in Lungo dà vita alla più clamorosa delle imprese, saltando un megagalattico 8.90 (migliorando di 55 cm il precedente record mondiale) che sinora, a distanza di tantissimi anni, rimane la miglior misura olimpica di ogni tempo. Il connazionale Lee Evans stabilisce nei 400 metri il nuovo primato mondiale (43”86) che durerà 20 anni. Il discobolo A. Oerter (sempre per gli USA) conquista il quarto Oro olimpico individuale nella stessa disciplina, per un record (che a Roma 1960 aveva già stabilito il velista danese P. Elvstrom) che verrà successivamente eguagliato da C. Lewis (USA, Salto in Lungo), M. Phelps (USA, Nuoto, 200 misti), M. Lopez (Cuba, Lotta), B. Ainslie (GBR, Vela) e, in ambito femminile, da K. Icho (Giappone, Lotta). La ginnasta cecoslovacca V. Caslavska vince 4 Ori, chiudendo una carriera olimpica monumentale. Iniziano a farsi largo, specie in Atletica, gli atleti africani (quasi tutti gli Stati del “continente nero” si sono nel frattempo liberati dal colonialismo europeo, ottenendo l’indipendenza), che spopolano anche negli USA. Esempio lampante è il successo nei 200 m. dell’afroamericano Tommie Smith, primo uomo al mondo a scendere sotto i 20” (19”83). Ma la sua prestazione passerà in secondo piano dinnanzi alla clamorosa protesta inscenata sul podio durante la relativa premiazione, quando, in compagnia di John Carlos, in segno di protesta contro il razzismo statunitense, ascolterà l’inno col capo chino ed il pugno alzato guantato di nero, per quella che rimarrà una delle immagini più iconiche della storia delle Olimpiadi, che ormai sono ben lungi dall’essere un mero evento sportivo, coi suoi risvolti socio-politici sempre più marcati. Nella Scherma, sciabola individuale, viene interrotto da un atleta polacco il dominio della formidabile scuola ungherese che durava dal lontano 1924. Iniziano i primi veri controlli anti-doping, ma la loro affidabilità non è certo il top. Per l’Italia sono Giochi da confinare ai margini dei ricordi: 3 Ori e tanta mestizia. Il medagliere vede gli USA ancora una volta dominatori, davanti all’URSS (45 a 29) ed al Giappone (11); a seguire troviamo Ungheria e Germania EST (che per la prima volta si divide dai cugini dell’Ovest anche ai Giochi), destinata a diventare in brevissimo tempo una grande potenza (specie in Atletica, Nuoto e Canottaggio).

MONACO 1972

Passate alla storia come “Le Olimpiadi insanguinate”, gli eventi sportivi scesero purtroppo in secondo piano di fronte alla malvagità estrema di terroristi palestinesi appartenenti alla cellula criminale “Settembre Nero”. Nella notte del 5 settembre, un commando della temuta organizzazione terroristica, infatti, irrompe negli alloggi del villaggio olimpico destinati alla delegazione d’Israele, uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica israeliana. Un successivo maldestro tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca porterà alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque terroristi e di un poliziotto tedesco. È il momento più buio nella storia a cinque cerchi.

Ma veniamo agli avvenimenti sportivi, che non vengono fermati (se non per poche ore) nemmeno dinnanzi al sangue innocente versato in nome del fanatismo, continuando in un’atmosfera surreale e tutt’altro che gioiosa. Nel Basket l’URSS interrompe la sfilza di Ori degli Stati Uniti (dal debutto della disciplina nel programma olimpico, avvenuto nel 1936, gli americani avevano iscritto il proprio nome nell’albo d’oro 7 volte su 7, vincendo 62 partite consecutive), battendo i rivali in una finale rocambolesca, da film giallo, che farà epoca. Sono sempre i sovietici ad arrestare la lunga serie di trionfi americani dal Trampolino 3 metri (stiamo parlando ovviamente dei Tuffi) che era stata inaugurata nel remoto 1920. USA che subiscono un altro smacco di matrice comunista anche nell’Atletica Leggera, in cui per la prima volta riescono a non svettare nel medagliere (e a non vincere nel Salto con l’Asta). Ad ogni modo gli States si consolano col record di Mark Spitz, 7 Ori nel Nuoto (100 e 200 sl, 100 e 200 farfalla, più le tre staffette disponibili), per un primato epico che resisterà sino al 2008. Fra i protagonisti, ma fra le donne, spicca la ginnasta sovietica Olga Korbut, 3 Ori e tanta maestria in esercizi che faranno scuola. Frattanto Cuba torna a fregiarsi di un Oro olimpico (ne vince 3) dopo 68 anni, apprestandosi a diventare una piccola potenza dello sport, racimolando risultati egregi soprattutto in Pugilato, Atletica e Lotta. Per l’Italia è un’altra Olimpiade tutto sommato mesta (5 Ori e 18 medaglie totali). Il medagliere vede issarsi davanti a tutti l’Unione Sovietica con 50 Ori tondi tondi, USA 33, DDR 20, RFT (Germania Ovest) e Giappone 13; 10^ Italia.

MONTREAL 1976

Il ricordo della strage di Monaco 1972 è ancora vivo e palpabile, e se ne possono avere i relativi riscontri nell’escalation di paura e diffidenza che attanaglia un po’ tutti, dai tifosi agli atleti, dai giornalisti agli addetti alla sicurezza. Quelli di Montreal sono i primi Giochi blindati della storia, e non saranno nemmeno gli ultimi. La spensieratezza e la serenità che avevano contraddistinto sino a pochi anni prima le rassegne olimpiche sono ormai un lontano ricordo. Nulla sarà più come prima. Ma veniamo agli eventi sportivi, che per fortuna rimangano in prima linea. La regina indiscussa è lei, Nadia Comaneci, formidabile ginnasta rumena, che stupisce il pianeta con i suoi esercizi che agguantano la perfezione assoluta (sarà la prima di sempre a ricevere punteggi di “10” come valutazione), vincendo 3 Ori, entrando nella leggenda (e si ripeterà parzialmente fra 4 anni). Fra coloro che calamitano l’attenzione degli appassionati c’è anche A. Juantorena (Cuba), primo e sinora unico atleta a conquistare nella stessa Olimpiade 400 m. e 800 m. Con gli Ori nel Concorso a squadre e nelle Parallele, Sawao Kato (Giappone) diventa fra gli uomini il Ginnasta più vincente di sempre (8 Titoli) piazzandosi davanti ai sovietici B. Sachlin, N. Andrianov e V. Cukarin (7) . Il finlandese L. Viren diventa il primo a bissare l’accoppiata – già riuscitagli 4 anni prima – 5.000-10.000 metri: nel 2016 lo avrebbe imitato il britannico Mo Farah. Si registra intanto il Primo Oro per la Sud Corea, che presto sarebbe entrata a far parte del gotha sportivo, sbaragliando la concorrenza in discipline come il Tiro con l’Arco ed il Taekwondo. L’Italia è ancora in affanno (2 Ori), ma si rifarà molto presto. Per ora ci si consola col record del tuffatore K. Dibiasi, che entra nel mito diventando il primo tuffatore in assoluto ed il primo italiano a vincere la stessa gara individuale (Piattaforma) in 3 Olimpiadi. Il medagliere vede il trionfo dell’URSS con 49 Titoli, seconda piazza per la Germania EST, terza piazza per gli USA. Zero Titoli per il Canada, mai accaduto (e mai più accadrà) al Paese ospitante.

MOSCA 1980

Gli USA boicottano i Giochi (l’Europa è ancora “divisa” dalla “cortina di ferro”, non dimentichiamolo) e spingono molti Paesi alleati a fare altrettanto, compresa l’Italia, che vi aderirà parzialmente (come Francia e Gran Bret.), non mandando in Russia rappresentanti delle forze militari (si registra invece la totale assenza di ben 65 Stati, fra cui RFT, Canada, Sud Corea, Giappone e Cina). Ne fa le spese lo spettacolo, il livello tecnico e la credibilità delle Olimpiadi, che perdono tanti possibili protagonisti (come l’ostacolista E. Moses, favoritissimo per la vittoria, e l’imbattibile Nazionale di Basket) e moltissimo fascino. L’Italia, pur menomata nelle presenze, porta a casa un bottino di tutto rispetto, pari ad 8 Ori (3 nell’Atletica) e 15 allori complessivi. Sale in cattedra il duecentista, detentore del sensazionale record del Mondo di 19”72, Pietro Mennea, che vince il Titolo olimpico alla grande (con una memorabile rimonta), eguagliando l’impresa di L. Berruti (Roma 1960), regalando alla Penisola 20 secondi e qualche centesimo di pura magia, consegnandosi nella leggenda. E’ degna di nota anche l’impresa di Sara Simeoni nel Salto in Alto, che riporta a casa Italia un Oro femminile nell’Atletica dopo 44 lunghi anni. In assenza dei suoi acerrimi rivali statunitensi, il medagliere vede prevalere naturalmente l’URSS con 80 Ori (record), davanti alla DDR (47, record) ed alla Bulgaria (8); 5^ Italia.

LOS ANGELES 1984

Nelle Olimpiadi del clamoroso boicottaggio URSS (i sovietici ricambiano così lo smacco subito dagli americani 4 anni prima; in tutto aderiscono al boicottaggio 16 Nazioni, fra cui DDR, Cuba, Ungheria, Polonia e Cecoslovacchia), arrivano i primi Ori per la Cina, che ritorna sulla scena olimpica dopo oltre trent’anni di auto isolamento: di lì a poco diverrà la seconda super potenza sportiva del pianeta dietro ai soli Stati Uniti (eccellendo in discipline come i Tuffi ed il Ping pong, in cui diverrà imbattibile). Clamorosa quaterna di Ori per Carl Lewis (USA) che si aggiudica nell’Atletica le stesse gare che resero celebre J. Owens nel ’36: 100 m, 200 m, 4×100 e Salto in Lungo, diventando il primo (e sinora unico) a centrare un poker di trionfi in Atletica nel Dopoguerra. Lewis chiuderà la celeberrima carriera a cinque cerchi ad Atlanta ’96, col 9° Titolo olimpico (il 4° nel Lungo), eguagliando un mostro sacro come P. Nurmi. Il britannico Sebastian Coe diventa il primo (e ultimo) a bissare il successo nei 1500 m. (si era già imposto a Mosca). Fra i grandi protagonisti si segnala la ginnasta rumena E. Szabo (4 Ori). Nei tuffi lo statunitense Greg Louganis vince l’Oro sia nella Piattaforma che nel Trampolino, una doppietta pazzesca che ripeterà 4 anni dopo (toccando quota 4 Ori, un record per i tuffatori). In questa edizione debutta il ciclismo femminile. Anni dopo si scoprirà che molti casi di doping, anche fra atleti eccellenti, furono insabbiati, per un malcostume che negli anni sarebbe diventata una deprecabile abitudine. L’Italia infrange ogni record, conseguendo ben 14 successi, sebbene il valore della glorificazione risulti “annacquato” dall’assenza dei fortissimi atleti sovietici. Ad ogni modo ci fregiamo di storici trionfi, come quello di A. Cova nei 10.000 m. (sinora è l’unico trionfo italico nel mezzofondo, almeno relativamente al Dopoguerra) e di Gabriella Dorio nei 1500 m. donne: i successi nell’Atletica includono anche quello di A. Andrei nel Getto del Peso. Ad impinguare il nostro forziere ci pensano altresì la solita Scherma (3 Titoli), in primis con M. Numa (doppietta fra Fioretto individuale e a squadre), ed il Pentathlon moderno, con D. Masala (doppietta anche per lui). Degno di nota anche il trionfo regale dei fratelli Giuseppe e Carmine Abbagnale nel “2 con” di Canottaggio (li rivedremo…). Il medagliere vede spadroneggiare gli USA con 83 acuti (record), a distanza siderale si piazza la Romania (uno dei pochissimi Paesi dell’EST a non allinearsi alla decisione di Mosca di assentarsi dai Giochi) con 20, poi Germania Ovest 17, Cina 15 e Italia 14.

di Alberto Sigona

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