Libero Arbitrio: è un’illusione?

di Luca Anedda. Nella vita di tutti i giorni continuamente sperimentiamo la capacità di esercitare il nostro libero arbitrio. Appena svegliati decidiamo di fare colazione con una spremuta di arancia piuttosto che con pane e marmellata: abbiamo fatto una scelta che mostra il nostro grado di autonomia decisionale. Ci rechiamo a lavoro e scegliamo di prendere il taxi piuttosto che la nostra macchina: anche in questo caso abbiamo fatto una libera scelta tra le tante opzioni a nostra disposizione, inclusa quella di non andare per nulla a lavoro e di rimetterci a dormire.

Eppure, se scaviamo ed approfondiamo la questione, il fatto che possiamo esercitare il nostro libero arbitrio non appare poi così scontato. Questa è una delle grandi questioni che animano il dibattito di Scienziati, Filosofi e Teologi; qualche anno fa è stato lanciato presso l’Università della Florida un progetto di studio, della durata di quattro anni, sull’argomento. Al progetto hanno partecipato Neuroscienziati, Psicologi, Filosofi, Fisici e Teologi.

Per centinaia di migliaia di anni c’è stata vita su questo pianeta senza che vi fosse libero arbitrio. Poi con l’evoluzione siamo arrivati noi, specie Umana. La Fisica fondamentale non è cambiata. Ciò che è cambiato a seguito dell’evoluzione è la biologia. Le competenze cognitive si sono evolute a tal punto che possiamo domandarci del perché abbiamo fatto una determinata cosa. La capacità di dare una risposta a questa domanda mostra che siamo responsabili, cosa che nessuna altra specie può fare. Daniel Dennett, filosofo, si pone dunque tra coloro che sono convinti nel “free will” cioè nella nostra libera capacità di scelta, che si badi bene è il costrutto fondamentale su cui si basa la nostra società; la corte di giustizia punisce colui che compie un atto contrario alla legge sulla base del principio di responsabilità individuale. Oppure le Religioni ritengono l’individuo responsabile davanti a Dio di atti contro la morale.

Eppure, il dubbio che tutto sia predeterminato, sia già tutto “scritto” come spesso diciamo, è sostenuto dalla scienza deterministica. In base alle Leggi della Fisica newtoniana e successivamente quella di Einstein, tutto nell’Universo si muove secondo leggi che consentono di predeterminare quale sarà il comportamento di un pianeta, una Galassia e dell’intero Universo. Proprio perché all’Universo non interessa minimamente cosa noi abbiamo preso a colazione.

Le cose si sono più recentemente complicate con la meccanica quantistica dove il movimento delle particelle è regolato dalla legge della probabilità. Da cui l’assunto che poiché il nostro cervello è formato da neuroni e sinapsi siamo soggetti a poter scegliere tra infinite possibilità.

Ma la strada per capire se veramente siamo in grado di compiere libere scelte è impervia.

Robert Sapolsky, neuroendocrinologo, ci dice che se per “free will” intendiamo la possibilità di scegliere tra lavarci i denti partendo dalla parte inferiore piuttosto che dalla parte superiore allora sì, siamo dotati di libero arbitrio; per tutto il resto no.

Anche Galen Strawson, filosofo, è convinto che non disponiamo di libero arbitrio, ed il ragionamento che fa per arrivare a tale conclusione è il seguente:

  • Quando agiamo, facciamo ciò che facciamo a causa del nostro modo di essere. (genetico, biologico, sociale, fisico, ambientale…)
  • Per essere veramente responsabili di ciò che facciamo dobbiamo essere in grado di controllare il nostro modo di essere.
  • Ma poiché noi non possiamo essere responsabili del modo in cui noi siamo, ecco che ne discende che noi non abbiamo libero arbitrio

Anche se si guarda la questione dal versante Teologico le cose non sembrano essere molto più chiare.

Dio per definizione è l’essere onnisciente, buono, creatore di tutte le cose.

Ma proprio questa definizione sembrerebbe suggerire che anche Dio non ha libero arbitrio; non può fare cose che non siano giuste o buone e dunque gli sono precluse quelle ingiuste e cattive. Abbiamo dunque un Dio limitato nel suo libero arbitrio?

Inoltre, se Dio conosce tutte le cose che accadranno in futuro, come posso io essere libero di scegliere altrimenti?

Ed ancora: supponiamo che Dio abbia visto dieci anni fa che il lettore “X” avrebbe letto queste righe in questo momento, come potrebbe il lettore ”X” sceglier di non leggerle senza fare di Dio una entità non più onnisciente e dunque un Dio che può sbagliare?

La neuroscienza ha dimostrato come vi siano delle cause specifiche che possono determinare e condizionare certi comportamenti: circa 20 anni fa vi fu il caso di un insegnate che dopo anni di insegnamento alle elementari e con un curriculum irreprensibile cominciò a molestare alcuni bambini. Nel computer di casa furono trovate immagini pedopornografiche. Fu condannato da un tribunale. Durante la detenzione fu scoperto che questo insegnante aveva sviluppato una massa tumorale nella parte frontale del cervello, quella deputata al comportamento. Fu operato e dopo l’asportazione del tumore ogni pulsione verso i bambini cessò. Salvo ripresentarsi qualche tempo dopo a causa del riformarsi del tumore.

Thalia Wheatley, Professore associato di Psicologia al Dartmouth College, compie esperimenti usando l’ipnosi nel tentativo di capire fino a quando siamo capaci o meno di esercitare il libero arbitrio. Le scelte fatte sotto ipnosi sembrano mostrare che il cervello utilizzi le stesse parti di quando non è sotto ipnosi, anche se le azioni che compie non obbediscono al proprio libero arbitrio ma ai comandi ricevuti sotto ipnosi.

La questione è ancora una volta una di quelle che affascinano la nostra mente e stuzzica la voglia di cercare di capire di più quali frontiere la conoscenza umana possa raggiungere.

Saremo in grado di determinare davvero se siamo veramente liberi nelle scelte che in ogni momento compiamo?

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