Statali, carriera e stipendi in base al merito!?

Il ministro della Pubblica Amministrazione ha firmato la direttiva in materia di misurazione e valutazione della performance dei dipendenti pubblici. L’obiettivo è quello di attuare una strategia di piena valorizzazione del merito nel contesto organizzativo. Inoltre il ministro è pronto a firmare la “direttiva madre” – che avvia le trattative con i sindacati per il rinnovo dei contratti pubblici per il triennio 2022-2024 – nella quale sono previsti scatti di stipendio e avanzamenti di carriera per i dipendenti più meritevoli.

…il “merito”!?
Ma come valutare il merito? E poi, chi valuta il valutatore? 

Insomma, siamo alle solite: quando la coperta è corta si cerca di tirarla da una sola parte lasciando scoperta l’altra!

Nello specifico si vuole tirare una linea sulla lavagna, scrivendo da una parte i travet ‘buoni’ e dall’altra i ‘cattivi’!!

Ma la realtà è un’altra.
I rinnovi contrattuali della P.A. dovrebbero portare in busta paga almeno 500 euro netti al mese
per cercare di colmare il gap con il costo reale della vita e l’aumento esponenziale dei prezzi, compresi i beni di prima necessità.

Ma siccome il governo non vuole mettere tutti quei soldi sul piatto del pubblico impiego, allora pensa di sborsarne soltanto una parte assegnandola ai più meritevoli e lasciando fuori la maggioranza dei lavoratori che magari saranno pure meno meritevoli – ma viene il sospetto, e a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca – che siano soprattutto meno lacchè dei presunti meritevoli.

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