Silvio Berlusconi vota la fiducia a Letta ed ipoteca il suo ‘salvacondotto’.

Tutto come previsto. Tutto come da copione. Terminata la manfrina Pd-Pdl di una improbabile crisi di governo che non avrebbe giovato a nessuno, Enrico Letta prima incassa quel punto in più di Iva che consentirà alle larghe intese di mettere in sicurezzasi fa per direi conti pubblici devastati da sprechi e ruberie che ancora sono tutti lì a dare bella mostra del disatro che hanno procurato e che continuano ad arrecare ad un Paese alla deriva, e poi passa all’incasso del voto di fiducia chiesto al Senato per riprendere il suo cammino verso non si sa bene dove e come, ma solo con chi: con tutto il Pdl… riunito. 
Silvio Berlusconi “ci ripensa” – dicono gli sceneggiatori di un copione già scritto, che tutto prevedeva tranne il colpo di scena di far cadere proprio oggi l’esecutivo –  e vota la fiducia al governo Letta. In un discorso breve, il Cavaliere appoggia ancora le larghe intese: “Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità di fare. Abbiamo dato vita a questo governo anche nella speranza che potesse cambiare il clima di questo Paese per andare verso una pacificazione che ponesse fine ad una guerra civile fredda e questa speranza la conserviamo ancora. Ma adesso esprimiamo voto di fiducia al governo Letta. Voteremo la fiducia al governo soprattutto per il fatto che l’Italia ha bisogno di un governo che possa produrre quelle riforme di cui il Paese ha bisogno per modernizzarsi. Abbiamo ascoltato con attenzione le dichiarazioni di Letta. Abbiamo ascoltato i suoi impegni. Mettendo insieme tutte queste aspettative, il fatto che l’Italia ha bisogno di un governo e di riforme, abbiamo deciso, non senza interno travaglio, di esprimere un voto di fiducia”. 
Ore 14.05: E’ in corso la votazione al Senato. Berlusconi è già passato dai banchi della Presidenza e ha votato a favore della fiducia. Per il bene della Patria e volontà della Nazione, è ben inteso, ma confidando ancora in quel clima di pacificazione che dovrebbe indurre il Quirinale ad un gesto di gratitudine e di clemenza, nei confronti di chi ha salvato per l’ennesima volta l’Italia dall’ingovernabilità, e che si chiama “agibilità politica”!

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