Se la casa brucia. di Clemente Luciano

di Clemente Luciano. L’Unione Europea sta discutendo in questi giorni sugli aiuti da concedere all’Italia per l’emergenza del coronavirus. Riunioni, contese, dispute, trattative infinite su formule e sigle complicate: MES, Eurobond, Recovery Fund, Sure, tutte cose così distanti dai problemi veri della gente. E intanto in Italia la gente continua a morire, e intanto i camion militari continuano a riempirsi di bare. Neanche difronte ad un dramma epocale come questo, l’Europa riesce ad avere sensibilità e offrire solidarietà ad un popolo in sofferenza.

Sono in particolare due Nazioni, la Germania e l’Olanda, ad opporsi a qualsiasi forma di aiuti economici agevolati all’Italia. Ed anzi in questi due Paesi sembrano riformarsi vecchi (pre)giudizi e nuovi razzismi. Culturali e finanziari. Così,anche nei giorni in cui in Italia si contano più di 22.000 morti per il coronavirus, il giornale tedesco “Die Welt”, a proposito degli aiuti economici all’Italia, è uscito con questo titolo: “La mafia italiana non aspetta altro che i soldi di Bruxelles”.

Un film già visto. Era infatti il 1977, quando un altro giornale tedesco, il “Der Spiegel”, pubblicava la famosa copertina di una pistola sopra un piatto di spaghetti con le parole: “Urlaubsland italien”. il cui senso era, più o meno: “Italia, Paese a vocazione mafiosa”.

Per fortuna che questa non è la vera Germania; questa è la più volgare, becera e razzista Germania, quella che neanche conosce la grande cultura tedesca. La vera Germania è quella di Goethe (che tanto amò l’Italia) e Thomas Mann, di Bertolt Brecht ed Hermann Hesse, di Johann Sebastian Bach e di Beethoven, di Immanuel Kant e Friedrich Hegel.

I titoli razzisti di quei giornali offendono quel grande pensiero tedesco, prima ancora che noi italiani. Ma forse la Germania pensa di sottomettere l’Italia con strumenti di controllo finanziario (il famigerato MES) così come già fece con la Grecia. E magari pensa di poter giocare “uber alles”, facendo a meno dell’Europa, penalizzando proprio quei Paesi europei come la Francia, l’Italia, la Spagna e il Belgio, che nel dopoguerra acconsentirono a dimezzare il debito pubblico tedesco, evitando alla Germania il default (nel 1945 quel debito era di 30 miliardi di marchi di allora,che mai la Germania avrebbe potuto pagare).

Di questo è consapevole un grande uomo di Stato come l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder che ha detto: “La Germania è stata aiutata molto dopo la seconda guerra mondiale ed è arrivato il momento di restituire quanto ricevuto”. Ma non ci sono molti Schröder in giro in Germania.

La maggior parte preferisce “gemellarsi” con i neo-razzisti olandesi. Anche loro, anche i giornali olandesi, hanno infatti parlato “della sporcizia degli italiani che spiega perché abbiano dovuto chiudere le scuole”; oppure degli “italiani che si prendono una siesta, che è poi la cosa che sanno fare meglio”.

Ma già. L’Olanda, è tutta un’altra cosa. L’Olanda è un Paradiso. Un “paradiso fiscale” per la precisione, perchè, l’Olanda offre ai più grandi gruppi industriali del mondo agevolazioni fiscali che rendono i loro oneri risibili. A farne le spese sono i sistemi di welfare (in primo luogo i Sistemi Sanitari) e i cittadini europei ed italiani che oggi sono più colpiti dalla pandemia.

Ecco, questa è “la civile Olanda”. Difronte a queste miserie, meglio ricordare le parole di Jurgen Habermas, il più grande filosofo tedesco vivente, che ha affermato: “Se il Nord non aiutasse il Sud Europa, perderebbe non solo sé stesso, ma anche l’Europa”.

Ed allora è meglio per i tedeschi tenersela questa Europa, che già l’ha aiutata nel dopoguerra e al momento della riunificazione delle due Germanie.

Quanto all’Italia, c’è da rilevare quanto male hanno fatto sovranismi e i nazionalismi nostrani che hanno isolato l’Italia agli occhi dell’Europa. Il “sovranismo”, quale cancro del nostro tempo, sviluppa egoismi e sovranismi uguali e contrari. Perchè nell’Europa del Nord ci sono quelli che vedono Bruxelles troppo cedevole alle pretese dei sudisti e degli italiani spendaccioni e mafiosi e quaggiù ci sono quelli che accusano la Ue di taccagneria ai nostri danni.

Ecco. Se una cosa ci stanno dolorosamente insegnando queste settimane di vita sospesa è che, nonostante tutto, l’Europa, è l’unica salvezza per tutti i popoli europei. Era quello che diceva in quel formidabile ,profetico scritto del 1950, “Appello all’unità europea”, il grande intellettuale Piero Calamandrei. Si rimane ancora incantati nel rileggere anche solo pochi passi, scritti addirittura 70 anni fa:
“L’Europa dimostrerà di non esser finita solo se riuscirà ad aver fiducia nella sua unità; solo se riuscirà, con un supremo gesto di decisione, a spezzare quest’incubo disgregatore e a risvegliarsi unita. Bisogna che i popoli divisi, per tornare ad essere una forza che conti, sentano la unità della patria europea, e in essa ricompongano ad armonia questa meravigliosa varietà di vocazioni diverse e complementari,dalla quale è sbocciata in questo continente la civiltà del mondo.(….)

Tutti i problemi dei popoli europei, oggi disorientati e sfiduciati, sono problemi di unificazione: per mettere in valore le immense risorse di questo continente è indispensabile il crollo delle barriere doganali, omogeneità monetarie e coordinazione di economie; per correggere gli squilibri demografici, le frontiere debbono aprirsi alla libera emigrazione (….)

L’unità dev’essere costruita dal didentro, per volontà dei popoli: unità vuol dire federazione di libere democrazie, che osino finalmente rompere il mito della sovranità nazionale, e, rinunciando a una parte di essa, cooperino a creare una sovranità europea più alta e più vasta, alla quale tutti i popoli possano partecipare ascendendo in condizioni di parità, come un unico popolo.(….).

Chi si pone contro questa speranza è al servizio di vecchi incorreggibili nazionalismi o di nuovi imperialismi che considerano l’Europa come una vile pedina del loro giuoco mondiale(…).

Solo nella solidarietà europea, primo passo verso la solidarietà mondiale, è la salvezza. Bisogna volere,basta volere: l’ora è questa o non più.

Quando la casa del vicino brucia, anche la mia casa sta per bruciare; perché uno si salvi, bisogna salvarsi tutti insieme. Il mondo, in virtù delle grandi scoperte che hanno annullato le distanze, è diventato veramente una piccola aiuola (….)

L’Italia non si salva, se non si salva l’Europa”.

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