Ahi tossica Italia, di debito ostello!

di Mario Seminerio. Come sappiamo, ogni elezione è il momento giusto per i nostri partiti per mettere la propria mercanzia taroccata sulle bancarelle della Porta Portese del nostro dibattito pubblico. Le elezioni europee sono di solito il momento più alto di questa ostensione di paccottiglia, e i motivi sono facilmente comprensibili: voto di “opinione” in questo caso è da noi inteso come momento lisergico dove ci si lancia in proclami sui massimi sistemi, a cui fa seguito il “piano operativo” delle meravigliose cose che i nostri eroi andranno a conquistare, una volta posate le terga sugli euro-scranni.

Scontata quindi la grande corsa alle meravigliose idee che prendono forma nella Penisola alla deriva nel Mediterraneo, nel suo pendolarismo tra Medio Oriente e Sudamerica. Senza alcuna pretesa di esaustività in un solo post, vi ricordo che sul podio delle scempiaggini campeggia al momento l’ennesima rinascita del cosiddetto “MES sanitario”, che fa bella mostra di sé dalle parti cosiddette liberaldemocratiche.

GRATIS PER I CITTADINI.

Ma nei giorni scorsi ho letto la dichiarazione programmatica del professor Pasquale Tridico, noto per essere il “padre” del reddito di cittadinanza, che in origine il Nostro aveva concepito come una gioiosa macchina del moto perpetuo: la gente si iscrive al collocamento, il nostro output gap si allarga, la Ue ci concede più deficit, e noi ci solleviamo da terra tirandoci per le stringhe. Bei tempi.

Oggi Tridico è capolista del M5S per la circoscrizione Sud, e ha proposto un’ideuzza mica da ridere:

Quello che proponiamo è la creazione di una Banca Europea per lo Sviluppo e la Transizione Ecologica, chiamiamola ‘Best‘, una banca come la Bei, la Banca Europea per gli Investimenti, pensata per non far pagare la transizione ecologica ai cittadini.

Se questa dichiarazione è autentica, e al momento non mi risulta smentita o rettificata, confesso che non mi è affatto chiara. In che senso “non far pagare la transizione ecologica ai cittadini”? La Bei emette titoli di debito, facendosi forte del suo rating tripla A (sin quando dura), ma poi concede prestiti ai richiedenti, non sovvenzioni a titolo gratuito.

Quindi, ogni prestito ottenuto da questa “Best” dovrebbe essere ripagato. Da chi? Dai contribuenti dei paesi debitori, si presume. A meno che Tridico non voglia confermare la sua fede contiana prima che pentastellata, evocando quella distinzione dell’Avvocato del Popolo, in base alla quale il Superbonus sarebbe stato “gratis per le famiglie, non per lo Stato”. Al che tutto si tiene, anche la pancia per il troppo ridere o la nausea che coglie i senzienti di fronte a una simile affermazione.

In una successiva intervista all’house organ ufficioso del Movimento, Tridico reitera e focalizza il concetto:

Noi pensiamo che servirebbe un Next generation permanente che possa guidare la transizione ecologica e gli investimenti industriali. Per questo proponiamo la Best, la Banca europea per lo sviluppo della transizione. L’obiettivo è creare un meccanismo comune di investimenti pubblici europei per competere sulla frontiera tecnologica con Usa e Cina.

Quindi, vediamo: serve un Next Generation EU perpetuo più che permanente. Di conseguenza lo pagano i paesi che lo ottengono. Ma forse Tridico pensa che servirebbe un NGEU fatto di sole erogazioni a fondo perduto, strettamente a beneficio degli italiani. Chissà. E quindi dire, come fa quotidianamente Conte, che “abbiamo portato a casa duecento miliardi”, manco fosse la coppa del mondo. Perché così “i cittadini non pagano nulla”.

ASTENUTI IN ASTINENZA (DA DEBITO).

Merita poi una menzione di disonore per il voto al Parlamento europeo sulla ratifica del riformato Patto di stabilità. Come sappiamo, gli italiani si sono segnalati per essersi astenuti, con i pentastellati che hanno votato contro. Quest’ultimi sono fedeli alla loro linea, oltre che al fatto di essere all’opposizione. Il Pd si è astenuto, dopo i soliti estenuanti negoziati interni al partito, visto che c’era chi voleva votare contro, forse per il richiamo della foresta contiana.

Ma la scenetta migliore l’hanno fornita i partiti di maggioranza. La Lega voleva votare contro ma pareva brutto nei confronti del proprio ministro dell’Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti. Quindi si è astenuta. Forza Italia non poteva farsi scavalcare dai leghisti e ha quindi votato come loro (ma sempre col moderatismo che li contraddistingue, ci mancherebbe), e a quel punto gli italo-fratelli sono stati lasciati soli e hanno capitolato, astenendosi a loro volta. Strano, però: il partito della premier non diceva che questa riforma del patto di stabilità ci avrebbe regalato maggiori margini di manovra finanziaria per ben 35 miliardi annui? Ah, saperlo.

Il tutto, si noti, andando contromano rispetto alle rispettive famiglie politiche europee, socialisti inclusi. Bel colpo. Ho letto chiavi di lettura, sui giornali italiani, secondo cui queste astensioni sarebbero il prodotto del richiamo della foresta elettorale, ma a questo punto mi è sorto il dubbio: forse che le elezioni europee si terranno solo in Italia? Devo controllare meglio.

Ovviamente, vale quello che vi dico da anni: le “famiglie” politiche europee contano sino a un certo punto. Quello che conta di più è l’interesse nazionale a non far esplodere i debiti per foraggiare la meravigliosa Italia, “perché lei vale”. E questa diffidenza vale soprattutto per i sovranisti. E infatti sia i polacchi di PiS che gli spagnoli di Vox, alleati di FdI nel gruppo ECR, hanno votato a favore della ratifica. Ohibò.

Tra gli italo-astenuti figura la filiale tricolore dei liberali di Renew. Con la motivazione che la nuova versione del Patto di stabilità è complessa, barocca, stupida, essendo ancora costruita su concetti imperscrutabili e inafferrabili come l’output gap, per volere del blocco del Nord. Ora, posso sbagliarmi ma credo che il resto di Renew abbia votato a favore della riforma, di cui continua a dire un gran bene. Si conferma quindi la “specificità” italiana, che prevale sull’appartenenza alle eurofamiglie politiche.

LA REPUBBLICA DEL GNEGNÉ.

Da ultimo, una segnalazione per vezzi e malvezzi della nostra stampa di Pavlov. Vedo che Repubblica accusa la maggioranza italiana di aver dato un’ulteriore mano di vernice di scarsa credibilità agli italiani in Europa. “Incoerenti e inaffidabili”, che “si allontanano dall’Europa”. Tutto vero, per carità. Ma, data la “qualità” del nostro dibattito pubblico, ho la netta sensazione che, se la maggioranza italiana avesse votato a favore, la stessa testata avrebbe rilanciato dicendo che “il governo Meloni condanna l’Italia all’austerità, svendendola ai falchi del Nord” Non so, forse sbaglio coi controfattuali perché sono il solito malpensante. Oppure sono condizionato dal crescente degrado del nostro dibattito pubblico. Chissà.

Fonte: https://phastidio.net

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1 Response

  1. Paracelsus99 ha detto:

    Chi ha capito, chi ha compreso, chi ha visto come stanno le cose: Chi stampa e controlla la MONETA è quello che comanda. La politica è la cameriera (lo è sempre stata dei banchieri centrali)

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