Sanità, addio a ticket ed esenzioni.

Con l’Imu, credevamo di aver già dato abbstanza! Niente di più sbagliato, perchè il salasso continua! E’ molto probabile, infatti che per rimettere in ordine i conti pubblici siano necessari altri ‘prelievi’. Così, mentre ospedali e asl subiranno una bella sforbiciata, come molti altri settori della spesa pubblica (si parla di 25 miliardi), girano già le prime voci di una rivoluzione del sistema di contribuzione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini: in una parola, i ticket!
La notizia è di quelle che scottano: si sta studiando come mandare in soffitta ticket ed esenzioni e sostituirli con un meccanismo di pagamento ‘a franchigia’, commisurato al reddito. Una rivoluzione che farebbe pagare anche quel 47% di italiani oggi esenti dai ticket, chiedendo però meno a chi ‘consuma’ più sanità e i ticket invece li paga. Se ne parla concretamente al ministero della Salute.
Sul tavolo ci sono i Lea, livelli essenziali di assistenza, cioè le oltre 6mila prestazioni a carico dello Stato che con la spending review potrebbero essere “rivisti”. Ma la vera novità consisterebbe nell’abrogazione del ticket sanitario che verrebbe sostituito con un sistema in cui tutti pagano tutto, ma in proporzione al proprio reddito. Ovvero con una franchigia di spesa variabile superata la quale le prestazioni sarebbero gratuite!
L’ipotesi dei tecnici sarebbe quella di fissare la franchigia al 3 per mille di questo reddito (Isee). Così, spiegano i tecnici, un pensionato con soli 10mila euro pagherebbe i primi 30 euro di spesa, un lavoratore con 40mila euro pagherebbe una franchigia di 120 euro, che salirebbe a 300 per un professionista con 100mila euro di reddito. In pratica per le prime prestazioni sanitarie si pagherebbe fino al limite prestabilito. Poi più nulla. Questo, sempre secondo i tecnici, avrebbe il pregio di frenare le prestazioni inappropriate, più frequenti nei primi accessi al servizio sanitario. La tessera sanitaria diventerebbe una sorta di carta “a punti” da cui verrebbe scalata la quota a carico di ciascun assistito.
Se venisse approvata, si tratterebbe di una riforma radicale che decreterebbe la fine delle esenzioni, di cui oggi beneficia quasi un italiano su due! Ma al tempo stesso risulterebbe avvantaggiato chi ora il ticket lo paga, ma ha un alto “consumo” di sanità. Ogni italiano spende in media 60 euro all’anno di ticket, con picchi che superano i 500 euro. Un puro aumento del ticket avrebbe comportato un rincaro insostenibile e indiscriminato proprio per chi ha più necessità di prestazioni mediche. Questa strada invece pone un tetto di spesa massimo.

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