Renzi: “Su ciò che mi hanno fatto e che ci hanno fatto ho davvero finito le parole”.

di Matteo Renzi. Buongiorno a tutte e a tutti. Vi chiedo di conservare questa enews perché scrivo per l’ultima volta quello che penso sullo scandalo CONSIP e poi voglio parlare di altro.
Su ciò che mi hanno fatto e che ci hanno fatto ho davvero finito le parole. E sono sconvolto dal silenzio di chi dovrebbe oggi parlare e tace per viltà.

Intendiamoci: useremo questi 88 giorni per una grande battaglia per le Europee.
E sarà bellissimo, a giudicare dai ritorni che stiamo avendo.
Sia sulla battaglia contro Ursula, sia sul MES, sul lavoro, sul fisco.
Chi vuole sapere come la pensiamo guardi questo video sulle politiche economiche o il discorso di Maastricht.

Ma oggi ho il cuore ferito perché ho finito le parole rispetto allo SCANDALO di un Paese in cui si è consumata un’aggressione contro di me e contro i miei amici, aggressione ordita e protetta da pezzi delle Istituzioni.
E da un vergognoso intreccio tra procure, palazzi e redazioni che costituisce il più grande problema della classe dirigente italiana e che abbiamo visto all’opera anche in dossieropoli.
Quello che ci hanno fatto non è degno di un sistema democratico.
Lo stanno iniziando a capire tutti ma molti non hanno il coraggio di dirlo.
Non ci credete?

In queste ore:
1. La sentenza CONSIP ha assolto tutti i miei amici (e mio padre, ancora una volta assolto dopo anni di fango) dicendo che IL FATTO NON SUSSISTE. Lo scandalo Consip è stato una montatura mediatica per massacrarci sette anni in tutti i talk, ma il Fatto non sussiste. Non sussiste, è chiaro? SUSSISTE e INSISTE Il Fatto Quotidiano, il silenzio dei commentatori, la mediocrità impaurita di tanti colleghi politici che sono stati in silenzio per la paura. Ma la vicenda CONSIP non esiste, non era uno scandalo. O meglio, scandaloso è stato solo ciò che ci hanno fatto. Non solo: su Consip hanno assolto i miei amici che si ritrovano con la vita rovinata. Ma hanno condannato due carabinieri che hanno mancato di rispetto ai propri doveri. Soprattutto quello Scafarto che diceva alla PM Lucia Musti “dobbiamo arrivare a Renzi, dobbiamo arrestare Renzi” che poi come premio la destra ha nominato assessore alla legalità in un comune campano.
2. Giorgia MELONI ha smentito Crosetto e Nordio e ha rifiutato la loro idea di fare una commissione di inchiesta su Dossieropoli. Giorgia non vuole la verità, si limita a qualche audizione in commissione antimafia (e che c’azzecca la Mafia con gli accessi abusivi ai database dei politici?) e smentisce i due ministri di Fratelli d’Italia. Su queste vicende Meloni è molto timida, chissà perché. E del resto davanti allo scandalo di quello che è successo contro di me e contro i miei amici la maggioranza degli addetti ai lavori TACE. Tace anche Giorgia Meloni forse perché ricorda bene quello che disse allora. Come pure tace Salvini o tacciono i Cinque Stelle o tace quel PD che ha scaricato Luca Lotti senza troppi complimenti e oggi insegue il giustizialismo di Giuseppe Conte. E i riformisti del PD dove sono?

Per dire la differenza tra politici e influencer: quando mi chiesero di far dimettere Lotti io andai in TV a difenderlo, nel momento più difficile, perché per me prima viene la dimensione umana poi viene l’interesse elettorale.
E comunque la politica non può vedere maciullate le persone perché lo decide una redazione o un servitore dello stato infedele.
Preferisco perdere i voti piuttosto che perdere la dignità di guardare in faccia i miei amici.

Per chi vuole approfondire.
1. Il post di commento alla sentenza di assoluzione.
2. Il video dalla Gruber in cui difendo Lotti nel marzo 2017.
3. La mia intervista a QN di ieri.
4. Il video di ieri della mia intervista con David Parenzo.
5. Il video di ieri della mia intervista con Bruno Vespa.
6. Il link a Il Mostro dove ci sono tutte queste cose, scritte due anni fa.

Siamo l’unico presidio garantista di questo Paese.
Siamo gli unici ad avere il coraggio di dire quello che pensiamo ed è per questo che certe trasmissioni non ci invitano mai o certe redazioni non perdono l’occasione per attaccarci, attaccarci, attaccarci.
Siamo forti e fortunati perché i veri problemi della vita sono altri: chi ha un figlio malato o ha perso un proprio caro in un incidente stradale sa che un’aggressione giudiziaria è niente rispetto a eventi del genere. Dunque non mi lamento e anzi abbraccio i tanti che stanno davvero male.

E quando ci dicono: “eh ma rispetto a dieci anni fa avete meno consenso”, dite loro che è già un miracolo se siamo ancora politicamente vivi. Perché ci vogliono le spalle larghe per sopportare quello che abbiamo sopportato noi. Credetemi, ci vuole un bel carattere.

Non voglio più tornare su queste cose. Farò un video perché resti agli atti anche dei social la cosa enorme che abbiamo subito. E mettiamoci al lavoro per la campagna elettorale alle Europee. Sono partiti i manifesti e i 6×3 in tutta Italia. È solo l’inizio di una poderosa campagna di comunicazione.

1. Chi può ci dia una mano anche a livello economico: qui il link. Donazioni da 10, 100, 1.000€ a seconda delle disponibilità. Grazie comunque per quello che state facendo, è straordinario. Vogliamo superare i 100.000€ di raccolta entro la fine del mese.
2. Chi vuol fare il rappresentante di lista sul territorio lo segnali: recuperare due o tre voti per seggio significa più di mezzo punto percentuale. Serve un’organizzazione capillare. Ci aiutate?
3. Chi ha voglia aiuti segnalando ad amici il canale Telegram e il canale WhatsApp. Meno ci invitano in TV, più dobbiamo fare TamTam dal basso. Il canale WhatsApp è oltre quota 30.000, farà la differenza vedrete. Ma serve coinvolgere altri.

Sul posizionamento politico: aver chiesto alla Leopolda di sostituire Ursula von der Leyen ha aperto un bel dibattito dentro vari gruppi europei.
Vedrete che su questa cosa siamo solo all’inizio.
Ursula ha fallito sull’ideologia ambientalista, sul ruolo diplomatico dell’Europa, sulla riforma delle Istituzioni, dove ha guardato più a Orban che a Ventotene.
Noi abbiamo il coraggio di dirlo (qui il mio intervento dalla Leopolda), gli altri pensano di lucrare consenso stando zitti.
Ma l’Europa ha bisogno di politici che alzino la voce, non di burocrati che tacciano per paura. La nostra battaglia per cambiare Ursula è solo all’inizio. E la vinceremo

Un sorriso

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