Renzi: “Sindaco d’Italia, superamento del Bicameralismo perfetto, abolizione del Cnel”.

di Matteo Renzi. La prima settimana di maggio ha visto la politica italiana iniziare a discutere di cose serie. Dopo mesi di chiacchiere sui Rave Party e sul POS nel giro di pochi giorni abbiamo iniziato a discutere di tasse e di riforme. Meglio così.

Sul primo punto la Meloni ha fatto un timido passo nella direzione giusta, provando ad abbassare le tasse. Lo ha accompagnato con una frase talmente sbagliata da oscurare tutto il resto. Ha detto, girando un video costruito su una narrazione epica – un incrocio tra Guerre Stellari e una televendita notturna sulle TV locali – “Il più grande taglio delle tasse degli ultimi decenni”. È una frase falsa come è stato spiegato in tutte le sedi. E non lo dico per un fatto personale perché oggettivamente il nostro governo è stato quello che ha fatto di più al punto che persino giornali che non mi amano come “La Stampa” hanno dovuto titolare “ È Renzi il re del taglio delle tasse”.

Lo dico perché se il Governo sceglie di mentire in modo clamoroso persino sui canali ufficiali, a cominciare dai comunicati del MEF, i cui uffici sono storicamente un presidio di rispetto dei numeri e di rigore tecnico, allora vale tutto. E viene messa in pericolo la credibilità stessa delle istituzioni. Ne abbiamo parlato con Lella Paita e Luigi Marattin in una conferenza stampa in Senato che trovate qui.

Sono stato anche severamente redarguito dal mio amico Yoram Gutgeld, braccio destro sulla revisione della spesa negli anni del Governo, che mi ha scritto come per una volta ho sbagliato i numeri e per difetto: il taglio delle tasse del nostro Governo infatti arriva – a suo dire – a superare i trenta miliardi, più di quanto da me dichiarato. Ho sfidato Gutgeld ad argomentare questa posizione in un articolo per il Riformista, lo leggerò anche io volentieri riconoscendo a Yoram una capacità straordinaria di lettura del bilancio dello Stato.

Comunque la sintesi è: sulle tasse la Meloni ha chiacchierato molto e fatto qualcosina. Se farà di più saremo contenti per il Paese. Ma nel frattempo ci accontentiamo che dica la verità. Quanto alla sinistra, la posizione filo patrimoniale e filo tasse di successione è nota. Questo significa che a destra abbiamo sovranisti che sognano una flat tax che non riescono a fare, a sinistra abbiamo massimalisti che richiedono più tasse: ecco perché dico che lo spazio del terzo Polo, dei riformisti c’è anche sul fisco. Uno spazio enorme che va occupato con credibilità tecnica e passione politica.

Sulle riforme: domani a Palazzo Chigi Giorgia Meloni incontrerà i rappresentanti dei partiti e dei gruppi parlamentari per consultare le forze politiche sulle riforme costituzionali. Italia Viva sarà presente con Lella Paita e Maria Elena Boschi. Le nostre idee sono semplici e chiare: sindaco d’Italia e superamento del Bicameralismo perfetto. Abbiamo le carte in regola per dirlo forte e chiaro. Facciamo un piccolo passo in più, giusto per ricordare la storia e provare a scrivere il futuro. Ho presentato oggi una proposta di legge di revisione costituzionale per chiedere l’abolizione del CNEL. Gli avversari dicono che le riforme costituzionali non sono passate perché erano troppo eterogenee. Bene.

Io firmo una proposta di legge contenente una cosa molto semplice: aboliamo il CNEL. Un’istituzione di cui non c’è bisogno, che costa agli italiani ma soprattutto che, resistendo da decenni a tutti i tentativi di riforma, diventa il simbolo della burocrazia che sconfigge la politica. Ho presentato la proposta di legge costituzionale oggi stesso, la trovate qui. Chiederò a tutti i colleghi di ogni gruppo politico di aggiungere la firma. Ma chiedo soprattutto a voi di aggiungere la firma: questa è la raccolta firme per chiedere di abolire il CNEL. Fatela girare se potete agli amici, ai colleghi, ai parenti: hai visto mai che questa sia la volta buona?

Sul Riformista:
• Siamo partiti. Sia sulle cose che hanno avuto grande eco (la chiacchierata con Luciano Spalletti nelle ore prima del tricolore), sia sulle cose rilanciate meno ma forse ancora più importanti come il pezzo di Lisa Noja, ci siamo. Ci sono ancora alcuni problemini rispetto alla proposta editoriale che ho in mente: stiamo lavorando ad esempio perché il giornale possa arrivare agli abbonati tramite whatsapp, anche se so che molti di voi si lamentano perché il quotidiano non arriva in tutte le città ma con gli ultimi giorni c’è stato un grande sforzo per allargare la distribuzione. Ma piano piano andremo a regime e ci divertiremo ancora di più. Sarò stasera da Barbara Palombelli e giovedì insieme al mio compagno di strada Andrea Ruggieri da Serena Bortone
• Non è il gazzettino del terzo polo o di Italia Viva come avete visto, anzi. Si parla di tutti i riformisti e si dà spazio a tutte le voci. Certo, ci sono le nostre battaglie storiche, dalla centralità della scuola alle scelte economiche sulle tasse, dal reddito di cittadinanza alla giustizia. A proposito: leggete gli articoli de Il Riformista sulla giustizia. Stiamo scrivendo cose che gli altri non scrivono. Chissà perché… nel dubbio noi continueremo a farlo.
• E voi? Cosa amate e cosa no del Riformista? Scrivetemi una cosa che apprezzate e una cosa che non vi piace. Sapete quanto ci tengo: matteo@matteorenzi.it
• Per seguire il riformista tutti i giorni: il sito www.ilriformista.it o l’abbonamento promozionale a 100 euro.

Pensierino della sera.
Gaia Tortora, giornalista de La7, ha scritto un libro molto intenso. Si intitola “Testa alta, e avanti. In cerca di giustizia, storia della mia famiglia”. La vicenda di Enzo Tortora non è solo una pagina di orrore del passato ma anche un monito per i nostri giorni come ha scritto da par suo Gian Domenico Caiazza sul Riformista. Ma il libro di Gaia è davvero bello e va oltre, toccando la sfera personale: una donna, una figlia, una mamma. E una bellissima riflessione su che cosa significa essere giornalisti oggi. Sono grato all’infaticabile Gian Battista Groli per aver organizzato una delle sue bellissime presentazioni a Castenedolo (Brescia).
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Un sorriso

PS: Il Pd di Elly Schlein perde pezzi. Dopo Marcucci, Fioroni, Chinnici, Borghi oggi è il turno di Cottarelli. Per chi segue le nostre Enews da tempo queste scelte non sono una sorpresa. Io dico che è solo l’inizio. Diamo tempo al tempo e il quadro politico di questo Paese cambierà profondamente. Siete d’accordo? matteo@matteorenzi.it

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