La finanziaria della Meloni bada più a tenere unita la maggioranza di governo che a rispondere alle reali esigenze degli italiani.

I soldi sono pochi. La coperta è corta. Questo il solito mantra al quale orami destra, sinistra e centro ci hanno abituato ogni qual volta siedono a Palazzo Chigi e devono fare i conti con le promesse sparate a vanvera in campagna elettorale. Peccato però che il ‘mantra’ valga sempre e soltanto per i soliti fessi, che pagano fino all’ultimo centesimo di tasse, che si devono accontentare di buste paga da fame e di andare in pensione a 70 anni e con quattro soldi, mentre invece c’è chi continua ad ‘ingrassare’ dall’alto di privilegi inattaccabili!

E non fa eccezione alle manovre finanziarie del recente passato neppure Giorgia Meloni, preoccupata più di chiudere l’intesa con gli alleati sulla manovra, che di venire incontro alle reali esigenze della famiglie italiane che con sempre maggiore fatica arrivano a chiudere il mese.

E così, con pochi ritocchi rispetto alle intenzioni inziali e qualche sorpresa come l’Iva sui pannolini che non andrà più al 22% ma al 10%, come la tampon tax e gli altri prodotti per l’infanzia, la manovra della destra approda in Parlamento.

Limature, piccoli aggiustamenti che non rispondono agli italiani che chiedevano di andare in pensione ancora da vivi e di vedere i propri stipendi adeguati al costa della vita, ma che però placano, almeno per il momento, Lega e Forza Italia.

Quota 103 nel 2024.

Dovrebbe essere di appena 17mila lavoratori la platea che accederà alla pensione con Quota 103 nel 2024 (almeno 62 anni di età e 41 di contributi) secondo le stime della Relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio inviata in Parlamento. Su questa stima peserà, spiega la Relazione, il metodo di calcolo dell’assegno interamente contributivo e il tetto a quattro volte il trattamento minimo (2.252 euro lordi) fino al momento del raggiungimento dell’età di vecchiaia (era cinque volte nel 2023). Nel 2025 potrebbero accedere alla misura avendo raggiunto i requisiti nel 2024 25mila persone mentre nel 2026 sarebbero 3mila.

“La presenza di una penalizzazione permanente del trattamento pensionistico ancorché ridotta e comunque di fatto calcolabile a partire dall’età di 63 anni – spiega la Relazione – anche per l’operare del regime delle decorrenze (passate da tre a sette mesi per il privato e da sei a nove per il settore pubblico, ndr) può condizionare le scelte comportamentali”. La Relazione sottolinea che il costo pensionistico della misura è stimato in 112 milioni per il 2024, 804 milioni per il 2025 e 414 milioni nel 2026. Per il 2027 è previsto un risparmio di 151 milioni. Sono previsti ulteriori oneri per l’anticipo del Tfr per cui nel complesso gli oneri della misura in totale sono di 149 milioni nel 2024, 835 nel 2025 e 355 nel 2026 mentre nel 2027 c’è un risparmio si 160 milioni.

Borse di studio Erasmus in Italia.

Borse di studio per circa 10mila studenti per partecipare al progetto dell’Erasmus in Italia: secondo quanto si legge nella relazione tecnica alla manovra, infatti, i fondi (3 milioni nel 2024 e 7 milioni nel 2025) serviranno a erogare borse di studio da “circa 1000 euro”. Tremila studenti il prossimo anno e 7mila in quello successivo potranno quindi ottenere un aiuto per la mobilità tra università italiane. Il contributo, si conferma nel testo finale della manovra, sarà esentasse.

Ape sociale nel 2024.

Con l’aumento da 63 anni a 63 anni e cinque mesi del requisito anagrafico per accedere all’Ape sociale nel 2024 potranno accedere alla misura – secondo la Relazione tecnica alla legge di Bilancio – 12.500 persone per una spesa di 85 milioni. Per il 2025 sono attese 11.100 uscite per una spesa di 168 milioni mentre per il 2026 la stima è di 8mila persone per 127 milioni. Per il 2026 la stima è di 3.400 persone per un accantonamento di 67 milioni. Per accedere a Opzione donna è previsto l’innalzamento di un anno dell’età minima, da 60 a 61 anni, con uno sconto di un anno per figli fino a un massimo di due anni per chi ha almeno due figli, e ci si attende che nel 2024 escano con questa misura solo 2.200 persone per 16,1 milioni di spesa. Nel 2025 si attendono 3mila uscite per 44,9 milioni di spesa. Nei primi 9 mesi del 2023 le uscite con Opzione donna sono state 2.228. Sono confermate le finestre di 12 mesi per le dipendenti e 18 per le autonome.

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