Il Consiglio di Stato boccia il governo sul Canone Rai in bolletta.

La gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Matteo Renzi ha la stessa fretta, però oltre un certo limite la velocità cessa di essere una virtù, specie quando non si sa bene dove andare a parare, e diventa una fonte di pericolo non solo per se stessi, ma soprattutto per gli altri, in questo caso i cittadini italiani. Ecco quindi l’ennesima doccia fredda per il “premier senza voto”: il Consiglio di Stato gli boccia il decreto ministeriale sul canone Rai in bolletta elettrica.
A ridosso del via ai primi adempimenti per l’esenzione dal canone Rai e al suo pagamento in bolletta, a partire da luglio, arriva lo stop del Consiglio di Stato al regolamento messo a punto dal ministero dello Sviluppo Economico. Sono diverse le criticità evidenziate da Palazzo Spada che evidenzia la mancanza di “un qualsiasi richiamo ad una definizione di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo”, dal momento che sul mercato sono ormai disponibili molti device per la ricezione dei programmi. Occorrerebbe specificare, secondo i giudici, che si tratta di apparecchi “in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare direttamente o tramite decoder”. Sono altri i punti contestati: manca, secondo il Consiglio di Stato, un riferimento allo scambio dati tra vari enti necessario per l’addebito, mentre sarebbe necessaria una disposizione che espliciti che le procedure previste avvengano nel rispetto della normativa sulla privacy.  Al momento vengono esclusi ulteriori slittamenti delle scadenze, ma è chiaro che bisognerà far presto per consentire ai cittadini di conoscere per tempo gli adempimenti necessari. Verrà sicuramente posticipata, probabilmente al 15 maggio, la scadenza per la presentazione della dichiarazione di esenzione sia via Internet che tramite raccomandata. La prima rata di 60 euro dovrebbe comunque rimanere nella bolletta della luce di luglio.

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