Reddito di Emergenza, speriamo non faccia la stessa fine di quello di “Cittadinanza”!

di Redazione. L’Italia è in lockdown ormai da oltre un mese. Gli italiani sono rimasti per la stragrande maggioranza chiusi dentro casa, chi in smart working, chi in cassa integrazione, chi senza lavorare intaccando i propri risparmi e chi col “Reddito di Emergenza”.

Aiutare chi non ce la fa ad andare avanti, fino ad indebitare il paese più di quanto già non lo fosse, ovvero fin sopra il collo, resta comunque un imperativo categorico: 25, 50, 300miliardi di euro e chi più ne ha, più ne metta, a sostegno di imprese, aziende e partite Iva.

Tutto giusto e sacrosanto. Se non ci si aiuta in questi drammatici momenti, non ci si può chiamare una “società civile”. Per cui niente da dire.

Rimane però una perplessità che poi è la stessa suscitata dal “Reddito di Cittadinanza” – ovvero che questa valanga di miliardi (che poi in qualche modo tutti noi, e si spera non solo i “soliti fessi”, saremo chiamati a restituire con tanto di interessi), finisca ‘anche’ nelle tasche sbagliate!

Ma purtroppo è un rischio che bisogna e che dobbiamo correre, pur di salvare chi non ce la fa a pagare tasse, affitti, mutui, operai e impiegati. Quindi ci sta che tra milioni di persone che hanno richiesto gli “aiuti di Stato” ci sia ‘qualcuno’ che se ne approfitta. Per questo sono fondamentali i controlli, perchè i furbi vengano stanati e adeguatamente sanzionati, quando tutto sarà finito.

Certo, si resta un attimino “perplessi”, quando magari si viene a sapere che quei 600/800 euro di aiuti siano finiti pure a quel commercialista, avvocato, artigiano, imprenditore, ecc, ecc… che in fase ante-coronavirus guadagnava soldi a palate!

Un pò come quando fai l’elemosina a chi chiede la carità per la strada e poi lo pizzichi che ha il macchinone!

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