Nel 2024 in pensione con la “Fornero-Salvini-Meloni”.

Hanno vinto le elezioni e sono andati al governo promettendo agli italiani l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, di fermare gli sbarchi dei migranti sulle nostre coste e di abolire la legge Fornero. Dopo un anno di governo e al varo della prima manovra finanziaria, quelle promesse sono soltanto aria fritta.

Dall’elezione diretta del Capo dello Stato si è passati al Premierato, ovvero all’elezione diretta del Capo del Governo, i migranti continuano a sbarcare a centinaia di migliaia sulle nostre coste e l’accordo con l’Albania di questi giorni è tutto fumo e niente arrosto, un fumo che però ci costerà assai caro.

Ma il vero mantra era il superamento della legge Fornero che penalizza i lavoratori e le lavoratrici perché manda tutti in pensione troppo tardi, anche in relazione al resto dell’Europa. E invece assistiamo ad una clamorosa retromarcia.

Già dalla legge di Bilancio per il prossimo anno prende forma quella che è stata ribattezzata la Fornero-Salvini-Meloni: si allunga l’età pensionabile, non ci sono risorse per le pensioni dei giovani, si penalizzano le donne e ci si accanisce contro i dipendenti pubblici, medici compresi, introducendo la modifica delle aliquote di rendimento.

Insomma, la legge Fornero è rimasta tutta lì a pensionare gli italiani con quattro soldi e ad un passo dal camposanto!

Infatti, con il giro di vite contenuto nella legge di Bilancio in materia di pensioni, il governo Meloni conferma e addirittura peggiora la legge Fornero neutralizzando, di fatto, le già insufficienti misure di flessibilità in uscita, con i nuovi requisiti più restrittivi, dacchè Quota 103 e Ape sociale riguarderanno nel complesso nemmeno 10.000 persone, mentre opzione donna, ulteriormente peggiorata con l’incremento di un anno dell’età anagrafica, resterà praticamente inutilizzata.

Ma tornando alla famigerata “Quota 103”, cioè in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi, questa subisce un ricalcolo col sistema contributivo che può portare a un taglio dell’assegno del 20%. Intanto cambia anche lo schema delle uscite: le finestre aumentano di altri 4 mesi per i privati e 3 mesi per i pubblici.

Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia anticipata, la legge di Bilancio per il 2024, contrariamente a quanto era stato previsto nel 2019, quando si era congelato fino al 31 dicembre 2026 l’adeguamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia anticipati fissati dalla riforma Fornero in 42 anni e 10 mesi per gli uomini (un anno in meno per le donne), non elimina definitivamente tale adeguamento e anticipa di due anni, al 2025, l’adeguamento alla speranza di vita per chi va in pensione a prescindere dall’età una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contribuzione (41 e 10 le donne).

Secondo quando calcolano gli esperti la pensione anticipata si potrebbe ottenere con oltre 43 anni di contribuzione con il paradosso che a 67 anni di età e con solo 20 anni di contribuzione si potrà accedere alla pensione, mentre con oltre il doppio (42 anni) non si potrà accedere alla prestazione pensionistica.

A questo punto la domanda sorge spontanea: perchè votarli di nuovo?

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8 Responses

  1. Giovannino CT ha detto:

    Al contrario di questa classe politica, mi vergogno di appartenere ad un paese che non ha alcun rispetto dei diritti acquisiti. E mi riferisco all’età pensionabile: quando io sono entrato nella P.A. l’età di vecchiaia per la pensione era di 65 anni, perchè mi avete cambiato questa legge e adesso volete mandarmi in pensione a 70 anni?

  2. Dino'63 ha detto:

    Il mio voto lo avranno solo quando: tutti pagheranno le tasse; gli stipendi saranno adeguati al costo reale della vita; e la pensione sarà a 65 anni e con gli stessi denari dell’ultimo stipendio…. quindi il mio voto non lo avranno mai!

  3. Roby Ve ha detto:

    In Europa siamo quelli pagati meno di tutti e quelli che vanno in pensione più tardi di tutti gli altri lavoratori, una vera porcata

  4. Lo Zingaro ha detto:

    Quota 103 del governo meloni richiede 62 anni età e 41 anni di contributi, il che significa aver iniziato a lavorare a 21 anni, praticamente equivale a dire che in pochissimi fortunati potranno fruirne! La solita beffa ai danni del popolo lavoratore

  5. enzino c. ha detto:

    Parlano delle guerre quando la vera guerra la stiamo combattendo qui in Italia per cercare di arrivare ancora vivi a tagliare il traguardo della pensione

  6. Tommy ha detto:

    L’età più equa e giusta per andare in pensione, a prescindere dagli anni di contributi versati, è 65 anni, senza se e senza ma.

  7. Geo ha detto:

    Prima della riforma disgraziatissima legge Fornero si andava in pensione con 35 anni di contributi versati, 60 anni di età anagrafica e con un assegno pensionistico uguale all’ultimo stipendio!

  8. Enzo ha detto:

    Bella domanda, e tenga conto di come siamo messi e peggiorano:
    il Servizio Sanitario Nazionale e fondi per la disabilità tagliati di 400 milioni,
    il precariato che impedirà ai giovani di accantonare una pensione appena dignitosa,
    inflazione sempre forte e
    stipendi sempre più bassi e perdita di potere d’acquisto,
    aumento, adesso, delle bollette luce e gas,

    E mi fermo qui che è meglio! (in Veneto si direbbe: che ghe né za ‘n bisogno)

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