Il nuovo ‘riccometro’ penalizza i proprietari degli immobili.

La casa di proprietà per il fisco italiano è come un bancomat, un lusso da tassare fino all’ultima mattonella. E così dal 1° gennaio 2015 con l’introduzione del “nuovo riccometro” – alias Isee – saranno penalizzati soprattutto i proprietari degli immobili. Il tutto per via dell’effetto collaterale del passaggio dall’Ici all’Imu: con l’aumento delle basi imponibili, che ha fatto impennare del 60% il valore degli immobili, ci sarà una ricaduta negativa sul conteggio finale per chi ha un appartamento di proprietà. Dall’anno prossimo, infatti, la casa di proprietà peserà nell’Isee in base al valore ai fini Imu e non più in base a quello misurato dall’Ici. Infatti, a partire dal 2015, la casa di proprietà avrà un ruolo maggiore nell’Isee.
L’acronimo Isee, lo ricordiamo, sta per “indicatore della situazione economica equivalente”, uno strumento che misura il grado di benessere per stabilire l’importo dovuto per servizi sociali di vario genere e tasse universitarie, smascherando chi gode di agevolazioni pur non avendone diritto. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 17.11.2014 del decreto di approvazione del nuovo modello Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) necessario per ottenere l’Isee, insieme alle relative istruzioni per la compilazione, firmato lo scorso 7 novembre, è stato dato il via libera al debutto del ‘nuovo riccometro’ previsto per il 1° gennaio 2015L’obiettivo è di ottenere una fotografia più veritiera delle condizioni economiche dei cittadini, per questo la nuova versione del cosiddetto “riccometro” darà un peso maggiore alla casa (facendo riferimento ai valori dell’Imu, non più a quelli dell’Ici) e includerà anche redditi soggetti a tassazione separata (come il Tfr) o sostitutiva (gli affitti soggetti a cedolare secca), di cui il sistema attuale non tiene conto. Oltre ai nuovi parametri, la versione dell’Isee in vigore dal 1° gennaio 2015 continuerà a tenere in considerazione, naturalmente, anche i fattori tradizionali come redditi da lavoro, risparmi e patrimoni, mettendo tutto in relazione all’ampiezza della famiglia. E’ prevista tuttavia un’attenzione maggiore alla composizione dei nuclei familiari, che consentirà interventi su misura per quelli più numerosi e per quelli in cui sono presenti portatori di handicap.
Il patrimonio immobiliare incide per un 20% ai fini dell’Isee ed è pari al valore dei fabbricati, delle aree fabbricabili e dei terreni, intestati a persone fisiche non esercenti attività d’impresa. Si terrà conto anche degli eventuali immobili posseduti all’estero dai componenti del nucleo familiare, che peserà un valore pari a quello definito ai fini del valore degli immobili situati all’estero al netto del debito residuo per l’acquisto o la costruzione. Come già accennato, nel nuovo riccometro, la casa di proprietà peserà in proporzione al suo valore ai fini Imu e non più in base a quello misurato dall’Ici. Si tratta di un aggiornamento necessario considerando che la vecchia imposta sugli immobili non esiste più da tre anni. Addio anche alla franchigia da 100milioni di lire (51.646 euro), mentre al suo posto viene introdotto un abbattimento automatico di un terzo. Il valore Imu dell’immobile quindi deve essere abbattuto di un terzo prima prima di considerarlo ai fini del calcolo Isee.
Le nuove regole peseranno di più sulle case con un minor valore fiscale. Basti pensare che il peso di un appartamento che vale 800mila euro ai fini Imu cresce dell’11,7%, mentre per un immobile di 160mila euro il nuovo indice varrà il 53,4% in più. Escluse solo le case più modeste, perché nel nuovo Isee non verranno considerate le case con un valore uguale o inferiore a 52.500 euro (soglia che cresce di 2.500 euro per ogni figlio convivente dal terzo in poi). Buone notizie per chi ha acceso un mutuo, soprattutto se è all’inizio del suo periodo di ammortamento. Anche nel nuovo riccometro, infatti, il debito residuo va sottratto dai calcoli. Aumenta l’importo massimo dei costi dell’affitto che si può portare in detrazione del reddito ai fini del calcolo dell’Isee. L’importo aumenta da 5.165 a 7.000 euro con un incremento di 500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo. 
Novità nel nuovo modello Isee 2015.Le principali novità del nuovo modello Dsu, ovvero dichiarazione sostitutiva unica, per il calcolo dell’Isee 2015 sono: 
– si potrà presentare una dichiarazione semplificata, il modello Mini, che riguarderà la gran parte delle situazioni ordinarie; 
– si potrà inoltre utilizzare, in tutti gli altri casi una dichiarazione a moduli, ciascuno specifico di una particolare prestazione o condizione del beneficiario (es, richiesta di prestazioni socio-sanitarie con un nucleo ristretto per facilitare la persona con disabilità, prestazioni universitarie quando lo studente non è nel nucleo familiare di origine, ecc.). 
Con le nuove regole inoltre sarà possibile aggiornare la propria situazione economica quando si perde il lavoro (più in generale quando il reddito diminuisce di almeno il 25%) senza dover necessariamente aspettare che il peggioramento delle condizioni venga prima registrato dalle dichiarazioni fiscali, così come avveniva purtroppo nel vecchio Isee; si potrà in questi casi presentare una dichiarazione particolare per ottenere l’Isee corrente. Infine molte informazioni non saranno più richieste al cittadino in sede di dichiarazione (es. il reddito complessivo o altre informazioni già presenti negli archivi dell’Inps o dell’Agenzia delle entrate), ma direttamente recuperate negli archivi.

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