‘Prima i più poveri’ non discrimina, non produce guerra tra poveri. ‘Prima gli italiani’, è razzista, stupido, suicida.

di Camillo Pignata. L’Italia, è un “bene comune” di noi tutti cittadini di questo Paese, che dobbiamo custodire, per noi e per i nostri figli.
Un bene che appartiene a tutti gli italiani, ma anche da assicurare e rendere usufruibile per quelli che ne hanno bisogno: cibo per chi non ha cibo, casa per chi non ha casa, acqua pulita per chi non ha acqua potabile. In questa duplice dimensione della patria come bene comune, come bene da custodire e rendere disponibile, si colloca la soluzione alle problematiche connesse alle necessità e ai bisogni degli immigrati e ai criteri per la loro soddisfazione.
E allora “prima i più poveri”, perchè così ci dice la nostra costituzione, la nostra umanità, la nostra civiltà, la nostra religione. E’ uno slogan che non discrimina, non produce guerra tra i poveri, fa i nostri interessi.
Non discrimina, perché rispetta i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà.
Fa i nostri interessi, perché la nostra sopravvivenza di paese esportatore, gravato da un enorme debito pubblico, è legata alla collaborazione tra gli stati, tra i popoli e non al conflitto. Peraltro, considerato che l’Italia è tra i paesi ricchi che sottraggono ai paesi poveri il 20% delle risorse necessarie, li sfrutta gli ruba la terra, gli vende armi contro le leggi nazionali ed internazionali, lo slogan prima i poveri se non è risolutivo quantomeno, è riduttivo di un’ingiustizia.
“Prima gli italiani “è uno slogan razzista, stupido, suicida.
E’ uno slogan razzista. Il diritto alla casa, ad un piatto caldo, si misurano sui bisogni e sulle necessità, delle persone, e non sulla base delle etnie. Ridurre la miseria. la fame, la guerra ad una graduatoria etnica è razzista.
E’ uno slogan stupido. E’ stupido perché evoca un egoismo nazionalistico, che può diventare regionale, poi comunale, poi familiare e personale. Porta il conflitto all’interno della nostra regione, del nostro comune, della nostra famiglia. “Prima io, poi gli altri”. Porta il conflitto tra i poveri ed i deboli. Blocca quello dei poveri e dei deboli. contro i ricchi ed i potenti.
E’ uno slogan suicida. Uno slogan che va contro i nostri interessi nazionali, che va bene per Trump e male per noi, perchè legittima il principio del dominio dei “primi” e della sottomissione dei secondi. E noi, sul piano internazionale, siamo tra i secondi e non tra i primi.

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