Perché l’Albania vuole aiutarci?

di Attilio Runello. L’accordo fra il nostro governo e quello albanese per la realizzazione di due campi di accoglienza per i migranti che arrivano in Italia in attesa che venga esaminata la domanda di asilo ha sorpreso un pò tutti.

Mettiamo da parte le considerazioni della sinistra che parla di deportazione, di violazione del diritto internazionale – persino il premier albanese di sinistra è rimasto colpito dalla reazione della sinistra italiana – ma ci sono anche persone consapevoli che il nostro governo sta ospitando un numero di emigranti doppio rispetto a quelle che sono le nostre strutture ricettive.

Ci sono quelli che sono consapevoli che i comuni chiamati a collaborare non sanno più quali strutture adoperare per ospitarli e guardano con speranza a questa iniziativa del governo e ci si è chiesto che cosa ci guadagni l’Albania dall’accordo.

Ce lo siamo chiesto perché è da anni che chiediamo aiuto ai paesi dell’Unione Europea e abbiamo ricevuto quasi sempre rifiuti.

Il premier albanese ha detto che lo fanno per ‘gratitudine’ nei confronti dell’Italia.

Quell’8 Agosto del ’91 in cui la Vlora arrivò a Bari con 20.000 Migranti Albanesi.

Gratitudine perché ospitiamo circa trecentomila albanesi che vivono e lavorano in Italia. Lo fa perché negli anni Novanta quando l’Albania era alla fame o ha subito un tracollo finanziario o ha dovuto accogliere i fratelli kosovari, perseguitati in patria, per tre volte è arrivato l’esercito italiano a portare viveri, medicinali, tende forniti dall’Italia e anche da altri paesi. Inoltre molte aziende italiane hanno sede in Albania e hanno contribuito alla rinascita di questo paese. A questo bisogna aggiungere che da anni abbiamo un contingente militare nel Kosovo che ha aiutato questo paese – che loro considerano fratello – a raggiungere l’indipendenza dalla Serbia e ha contribuito ad un rapporto di distensione fra la comunità kosovara e la minoranza serba.

L’Albania inoltre – che fa parte della Nato – desidera entrare nell’Unione Europea. L’Italia la può aiutare anche a capire quali sono i vincoli che la UE richiede.

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