Parigi saluta Verratti che va a giocare in Qatar.

di Attilio Runello. Qualche giorno fa Marco Verratti – il centrocampista italiano che ha militato nelle fila del PSG per diversi anni – è stato festeggiato a Parigi prima della sua partenza per il Qatar dove andrà a giocare con un contratto ultra milionario
Anche il PSG – squadra di proprietà degli arabi – lo trattava molto bene. Aveva un contratto da quattordici milioni.
Possiamo solo facilitarci per questo emigrante italiano che all’estero ha fatto fortuna.
Vogliamo solo fare una riflessione su quello che avviene in Italia.
Roberto Mancini – che è stato ct della nostra nazionale per alcuni anni – ha scelto di recente di andare ad allenare la nazionale dell’Arabia. Ha un contratto che gli fa guadagnare dieci volte quello che guadagnava in Italia.
A noi ha fatto vincere un europeo. Gli europei ci sono dal 1960 e sono le competizioni più importanti per le nazionali in Europa.
L’Italia lo ha vinto due volte: nel 1968 e nel 2020, con Mancini.
Gli dovremmo portare gratitudine per tutta la vita. Avremmo dovuto tributargli degli onori e fare dei festeggiamenti prima della sua partenza. Invece non abbiamo fatto nulla. Da un paio di anni era sempre criticato perché la nazionale non è riuscita a qualificarsi ai mondiali.
Purtroppo la squadra che ci ha fatto vincere l’Europeo dopo la vittoria non funzionava più.Ha subito sconfitte.
E Mancini ha dovuto ricominciare daccapo selezionando altri giocatori.
Dovremmo imparare dai francesi.
Lo stesso è avvenuto con Donnarumma con i tifosi milanisti che ancora adesso lo fischiano se va a giocare a Milano.
Lo stesso è avvenuto in casa Juventus con Bonucci, che pur avendo ancora un contatto per un anno è stato ostracizzato dalla direzione. Ha trovato una soluzione forse migliore all’estero.
È un giocatore che insieme a Chiellini ha costituita la difesa di quella Juventus che ha vinto nove scudetti. Anche per lui nessun saluto.
Spalletti prima della partita a Milano contro l’Ucraina ha detto: siamo dei professionisti e dei privilegiati, manteniamo il silenzio.
Ma noi preferiamo lo stile francese.

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