No all’open space, i deputati vogliono l’ufficio privato!

di Grazia Nonis. Com’è possibile che 405 deputati, come tante donnicciole frignanti ed in puro stile Melagna la lagna, osino votare NO ad un ufficio open space per non dover rinunciare al  gabinetto singolo/personale? E’ presto detto: perché non potrebbero più ostentare quello privato e di lusso sito a Palazzo Marini e dal quale devono sloggiare… In questo meraviglioso elegante edificio si sono spesi per vari lustri fino ad oggi, e tra annessi e connessi,  32,5 milioni d’affitto all’anno.
 Ma il costo puro di ogni singolo ufficio/deputato/annuo è stato di 7 mila euro per ognuna delle 405 zucche deputate qui locate. Finalmente ed oserei dire stranamente si è riusciti a disdire questo contratto di locazione capestro, mentre qualcuno si è preso la briga di trovare un  luogo adatto per questo benedetto ambiente open space tanto odiato dagli snob-onorevoli che arricciano il naso al solo pensiero si dover lavorare (?) gomito a gomito con un altro umano. Notizie certe raccontano che a Palazzo Marini gli uffici “privati” erano e sono quasi sempre vuoti, della serie: “qui non si batte un chiodo, non si lavora”. Ma per “gli eletti” è uno status symbol, è sete di potere, è vanto e voglia di apparire: “Sai, io c’ho l’ufficio a Palazzo Marini… non so se mi spiego…Fa specie e rabbia sapere che questi menefreghisti,  in tempo di crisi e di spending review, se ne sbattano altamente le balle di noi: i tiratori provetti di cinghia, quelli della dieta forzata, del lavoro che appare e troppo spesso scompare e dei vivi… già morti da tempo. Forse è giunta l’ora  di tirarli per le orecchie e mandarli a quel paese: impresa ardua ed impossibile, purtroppo. E allora procuriamogli un bell’ufficetto privato nell’androne di un centro sociale, nel sottoscala della Stazione Termini o in una qualsiasi cantina o parcheggio del quartiere di Tor Bella Monaca o Primavalle. Avremmo la certezza di vederli tornare alla velocità di una gazzella inseguita da un leone ma lieti di optare per un unico grande ufficio. Persino grati del chiappa a chiappa col collega di partito in un open space minimal e della grandezza di un loculo. La proposta di dismettere gli uffici dei singoli deputati alla Camera per passare ai meno costosi ambienti open space era stata avanzata dal questore di Montecitorio Stefano Dambruoso, ma tutti i capigruppo all’unanimità hanno votato contro.

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