Meloni on the road!

di Attilio Runello. Si è concluso il percorso delle premier Giorgia Meloni negli Stati Uniti. In meno di un anno la premier ha ottenuto un obiettivo che non tutti nella sua situazione sarebbero riusciti ad ottenere. Nonostante la sua appartenenza a un partito di destra è riuscita ad ottenere su un piano internazionale il riconoscimento del suo ruolo da parte di tutte le principali potenze.

Dopo essersi affermata all’interno dell’Unione Europea – quante volte la abbiamo vista insieme alla presidente della commissione e a Borrelli in una molteplicità di incontri, dopo essersi fatta riconoscere da Macron e da Scholz – è riuscita a stabilire un rapporto di amicizia con Biden che le ha ricordato la sua vicinanza con la comunità italiana.

Ha concesso a tutti lo schieramento pro Ucraina – che ha provocato non pochi malumori con gli alleati di governo – ma ha ottenuto autonomia e appoggio sulle altre tematiche che le stanno a cuore: fermare gli emigranti e sostenere le aziende italiane all’estero.

Accanto a questo ha mantenuto la sua identità ideologica. Negli Stati Uniti ha rilasciato una intervista a Fox e ha baipassato le importanti testate che hanno sollevato dubbi sulla convenienza degli Stati Uniti di avere buoni rapporti con una premier di destra.

In Europa ha stabilito buoni rapporti con il premier del Regno Unito, conservatore, e con quello svedese di destra. Oltre a confermare i buoni rapporti con Ungheria e Polonia.

L’Italia poi ha stabilito una partnership con il lontano ma potente Giappone. Ha stabilito dei rapporti culturali con l’India. Lula è venuta a trovarla dal Brasile Ha incontrato poi leader di molti paesi del Sudamerica, dell’Africa e dell’Asia.

È evidente che nel G7 di cui avremo la presidenza siamo gli ultimi e la proiezione delle aziende italiane oltre che della forza militare è lontana dagli altri paesi.

Parte della nostra economia si basa su moda, lusso, agroalimentare, turismo, costruzioni. Nei settori trainanti siamo presenti ma non da leader.
Abbiamo perso il nostro rapporto un po’ privilegiato con la Russia, dieci anni fa abbiamo perso quello con la Libia.

La Meloni ha ricevuto libertà di manovra per il momento con la Cina e appoggio sul piano in Africa, dove i competitor non mancano. Dobbiamo cercare di mantenere quello con la Cina a condizione che i nostri prodotti in questo enorme mercato trovino un grande sbocco. Non sarà facile se non si risolverà il problema di Taiwan e se continuerà la sfida cinese al primato statunitense.

I paesi africani tendono a dialogare con tutti quei paesi che possono portare finanziamenti, aziende e armi. Quindi anche con l’Italia. Ma ottenere qualcosa oltre le risorse energetiche non sarà facile.

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1 Response

  1. Enzo ha detto:

    Questo è un autentico “peana”,
    Intanto la Guardia Costiera Italiana ha finito la benzina e chiede alle navi ONG di raccogliere quanti più immigrati possibili nel Mediterraneo alla faccia del Decreto Cutro in ossequio delle Norme Internazionali sui salvataggi in mare (anche quelle morali)
    Santa subito ma la saccoccia è vuota!

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